Sicilia

Mafia: le mani su piazza spaccio e fibrillazioni con rivali

Dda Catania, clan Cursoti milanesi controllava intero rione

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANIA, 29 NOV - Il clan dei Cursoti milanesi avrebbe esercitato il pieno controllo criminale sull'intero rione San Berillo Nuovo di Catania, comprese quelle parti del quartiere che, nel recente passato, erano passate sotto il controllo del clan Cappello-Bonaccorsi, come la zona di corso Indipendenza. E' quanto emerge dall'operazione Zeus della polizia che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Dora Catena. Le indagini della squadra mobile e dello Sco sono state coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalle sostitute Assunta Musella e Tiziana Laudani.
    In particolare, l'indagine ha cristallizzato diversi momenti di fibrillazione interna al clan per la presunta ascesa criminale di Carmelo Distefano ai danni del gruppo storico facente capo a Rosario Pitarà, sfociati in una serie di episodi di violenza con l'utilizzo di armi da sparo. Nell'ambito della situazione di elevata fibrillazione creatasi, un componente del clan, Nicola Christian Parisi, agendo sotto l'egida di Pitarà, contesta la Procura, si sarebbe opposto all'organizzazione e delle "piazze di spaccio". E in questo contesto di violenza, ricostruisce la Dda, è da inquadrare il tentato omicidio di un cognato di Parisi, Giuseppe La Placa che era rientrato nel clan Cursoti Milanesi, dopo essere transitato nella cosca Cappello-Bonaccorsi. Scarcerato il 24 agosto del 2018 dalla casa di reclusione di Rossano, dopo aver scontato una lunga pena detentiva, Carmelo Distefano, grazie al proprio carisma criminale sarebbe riuscito a compattare sotto la propria leadership le due fazioni familiari che costituiscono l'ossatura del clan, sedandone le tensioni interne e ridimensionando le presunte aspirazioni di vertice del Parisi, che si sarebbe poi allineato ai voleri del capocosca tornato in libertà. Le indagini, osserva la Procura, avrebbero permesso di ricostruire l'organigramma della consorteria mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in Carmelo Distefano, che sarebbe coadiuvato dai luogotenenti Natale Gurreri e Giuseppe Piterà. (ANSA).
   

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