Sicilia

Teatro: Troiane e Un altro Prometeo per Alcantara in scena

Spettacoli in spiaggia e anfiteatro delle Gole da 14 e 15 luglio

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANIA, 30 GIU - Due storie che riemergono da un passato remoto e che affondano le loro radici nella mitologia e nella tragedia greca, ma che parlano allo spettatore contemporaneo con evidenti richiami alla tragicità delle vicende attuali. Sono la guerra e i suoi effetti i temi che accomunano "Troiane" e "Un altro Prometeo", i due spettacoli scritti e diretti da Salvatore Cannova che andranno in scena dal 14 e dal 15 luglio nel Parco botanico e geologico Gole Alcantara per il cartellone di "Alcantara in scena".
    Ispirato alla tragedia di Euripide, "Troiane" ripercorre le vicende delle donne di Troia a seguito della vittoria dei greci, guardando alla guerra dal punto di vista dei vinti ed enfatizzando, quindi, la forza d'animo di chi accetta un destino già scritto. Dopo aver debuttato nel 2019 al Teatro Antico di Segesta, lo spettacolo torna in scena con un nuovo cast e con una nuova forma riadattata dal regista palermitano nella Spiaggetta delle Gole, dove verrà replicato fino al 4 settembre.
    In scena all'Anfiteatro delle Muse dal 15 luglio al 3 settembre, invece, "Un altro Prometeo" unisce invece due nuclei narrativi, quello del mito del più ribelle dei titani e della vita scissa tra illusione e realtà del principe Sigismondo, il protagonista del capolavoro di Pedro Calderón de La Barca, "La vita è sogno". Dal connubio che ne scaturisce Salvatore Cannova ha tratto una storia nuova, che interroga ancora gli spettatori su ciò che accade dopo la fine di una guerra, ma questa volta riflettendo sul ruolo dei vincitori.
    "Scomodare il mito e la tragedia - afferma il 29enne regista palermitano - oggi è sinonimo di una natura, quella dell'essere umano, che non accenna a cambiare. Troiane e Un altro Prometeo sono due storie molto diverse, ma che dialogano tra loro. Sono legate dalla tragicità dell'evento bellico e vogliono far riflettere, in modo leggero e ironico, sulla consapevolezza di una contemporaneità che si sente impotente, ma in dovere di agire". (ANSA).
   

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