Sicilia

Borsellino: Bo, sono assolutamente estraneo ai fatti

Funzionario polizia depone a processo su depistaggio

Redazione Ansa

(ANSA) - CALTANISSETTA, 30 MAG - "Sono assolutamente estraneo ai fatti contestatemi in questo processo, che già mi ha procurato non pochi danni fisici e morali. La mia unica responsabilità, se tale si può considerare, è di avere sempre svolto i miei doveri istituzionali con la massima dedizione e con la piena osservanza delle leggi, alle quali ho prestato giuramento di fedeltà al momento del mio ingresso nell'Amministrazione". Lo ha detto il funzionario di polizia Mario Bo, imputato insieme ad altri due colleghi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio che si svolge a Caltanissetta. Bo questa mattina ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee. Per il funzionario di polizia, la procura di Caltanissetta ha chiesto 11 anni e 10 mesi, mentre per gli altri due poliziotti Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo 9 anni e 6 mesi.
    "Nel corso di questo processo - ha continuato Bo - è emerso che ho fatto parte del gruppo Falcone-Borsellino, che si occupava delle indagini relative alle stragi di Capaci e Via D'Amelio, solo dalla seconda metà del 1993, tornando a Palermo dal ben più tranquillo incarico di dirigente del Commissariato di Polizia di Volterra, ricoperto dal 1992, allorquando venni trasferito alla Questura di Pisa, in accoglimento di una mia domanda di trasferimento per venire incontro ai desideri della mia allora coniuge, non già per asseriti contrasti con il dottor Arnaldo La Barbera per come capziosamente rappresentato da un teste". Il riferimento è ad Arnaldo Barbera che allora era a capo del gruppo d'indagine Falcone-Borsellino.
    Il funzionario ha anche parlato del falso pentito Vincenzo Scarantino, teste chiave del depistaggio. "Vincenzo Scarantino, interrogato al carcere di Pianosa, si dichiarò estraneo ai fatti contestatigli: al che, ricordo, di avergli chiesto il motivo che lo aveva indotto a chiedere di conferire con l'autorità giudiziaria. Senza fornirmi alcuna spiegazione, continuò nella sua linea di difesa aggiungendo che non riusciva a reggere le condizioni carcerarie e la lontananza dalla propria famiglia".
    (ANSA).
   

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