Sicilia

Migranti: Msf, così aiutiamo chi ha subìto violenze in Libia

Parla Alida Serracchieri, coordinatrice progetto a Lampedusa

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 24 AGO - "Approdano a Lampedusa dopo due, tre giorni di viaggio in mare. Sono migranti di diverse nazionalità: bengalesi, egiziani, sudanesi, siriani, fortemente provati dal viaggio e dalle violenze subìte. Molti di loro riferiscono di essere stati picchiati e torturati nei centri dove sono stati detenuti prima di partire. Purtroppo è la tragica condizione che accomuna chi arriva dalla Libia dove la situazione non è cambiata". Lo dice all'ANSA Alida Serracchieri, infermiera specializzata in malattie tropicali e coordinatrice sanitaria del progetto a Lampedusa per Medici Senza Frontiere.
    Dal giugno scorso una équipe di specialisti di Msf è impegnata sull'isola sul fronte dell'emergenza migranti, con squadre di sanitari composte da medico, infermiere, psicologo e mediatore culturale. "Collaboriamo con il personale sanitario del ministero della salute e dell' Asp - spiega Serracchieri - in banchina supportiamo lo sbarco con lo screening di ciascun migrante, sia per individuare patologie generiche ma anche tutti quei casi vulnerabili, come patologie mentali e vittime di tortura, che hanno bisogno di un percorso assistenziale ben preciso, che viene seguito con l'assistenza in banchina, poi nell'hotspot e infine nei centri di quarantena per vulnerabili di Agrigento".
    In questi tre mesi il team di Msf ha assistito circa 10mila migranti, compresi quelli sbarcati nelle ultime ore. Con il bel tempo i 'viaggi della speranza' sono infatti ripresi a pieno ritmo. "Le condizioni meteo da ieri sono migliorate - spiega la coordinatrice di Msf - e ne abbiamo potuto constatare subito gli effetti. Tra ieri pomeriggio e questa mattina sono approdati circa 800 migranti; altri li attendiamo in giornata". Al momento le persone ospitate nell'hotspot di contrada Imbriacola sono circa un migliaio. (ANSA).
   

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