Sicilia

I cialtroni vengono da lontano, parola di Aristofane

"Le nuvole" per la regia di Calenda debuttano domani a Siracusa

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 02 AGO - Guardare in faccia le contraddizioni della polis, le rovinose cadute della politica, della giustizia vaga, incerta, dopo una guerra e un'epidemia di peste, giudicandole senza pietà. E' quanto fa Aristofane ne "Le nuvole", con linguaggio sferzante, irriverente, facendosi beffa di ciò che di più sacro Atene aveva creato: la filosofia, i tribunali, la democrazia, il senso stesso del bene comune. La regia è affidata a un grande conoscitore della letteratura greca, Antonio Calenda, che con la commedia è certamente a suo agio. Le nuvole andrà in scena il 3, e fino al 21 agosto, al Teatro Greco di Siracusa, per il ciclo delle rappresentazioni classiche dell'Inda, alternandosi con Le Baccanti dirette da Carlus Padrissa della compagnia catalana La Fura dels Baus.
    Calenda si muove bene tra il varietà, l'avanspettacolo, sempre maneggiati con ironia. E questa volta pare che possa chiamare in causa anche il teatro di denuncia alla Brecht. Ne Le nuvole l'imprevedibile Aristofane mette in scena ogni sorta di cialtroneria, come l'aver debiti e non pagarli, come difendersi coi sofismi nei processi, come fregare il prossimo e non pentirsi. "Aristofane è un conservatore, soffre molto per le condizioni drammatiche della polis, ma in quel momento, reduci dalla guerra del Peloponneso, non trova altro modo che scagliarsi contro il degrado pericoloso, il declino morale di una civiltà che pure aveva amato", dice Calenda.
    Le scene e i costumi sono di Bruno Buonincontri, le musiche di Germano Mazzocchetti. In scena Nando Paone (Strepsiade), Stefano Santospago (Aristofane), Rosario D'Aniello (Xantia), Massimo Nicolini (Fidippide), Antonello Fassari (Socrate), Galatea Ranzi e Daniela Giovanetti (corifee), Stefano Galante, Jacopo Cinque, Alessio Esposito. (ANSA).
   

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