Sicilia

Libia: nave turca liberata scatena le proteste a Mazara

I familiari pescatori sequestrati "pronti a gesti estremi"

Redazione Ansa

(ANSA) - MAZARA DEL VALLO, 10 DIC - C'è rabbia e sconcerto a Mazara del Vallo (Trapani) dopo la liberazione, avvenuta oggi pomeriggio, della nave turca "Mabouka", che con il tutto il suo equipaggio composto da sette marinai era stata sequestrata dalla milizia del generale Khalifa Haftar nell'Est della Libia il 5 dicembre scorso. L'annuncio è stato dato direttamente dal portavoce militare di Haftar, il generale Ahmed al Mismari, che ha detto che la nave ha pagato una multa per aver violato le acque libiche. "Apprendiamo con stupore che è stata liberata la nave cargo turca mentre i nostri pescherecci con 18 marinai a bordo è ancora bloccata in Libia dal primo settembre scorso", afferma Tommaso Macaddino, della Uila pesca che si trova per ora nell'aula consiliare a Mazara occupata, da oltre 90 giorni, dai familiari dei pescatori fermati. "Siamo indignati perché i nostri congiunti subiscono un trattamento diverso da quello riservato ai turchi. Il ministro degli Esteri ci deve riportare i nostri cari a casa, siamo indignati e disposti ad inscenare proteste estreme", urla Cristina Amabilino, moglie di Bernardo Salvo, uno dei marittimi. "II cargo turco liberato attraverso un riscatto era stato fermato con la stessa motivazione di sconfinamento avanzata ai nostri pescherecci", incalza Macaddino. "Incredulo" anche il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci: "c'è un senso di smarrimento e di incredulità in questo momento. Proviamo la sensazione che il nostro Stato non conti nulla. Oltre cento giorni di attesa sono davvero troppi: un tempo lunghissimo. Ed ora la vicenda della liberazione della nave turca sta generando una rabbia enorme da parte dei nostri concittadini che attendono il rilascio dei propri congiunti. Sembra che il nostro governo non abbia le carte in regola per risolvere questa situazione. Ci sentiamo non tutelati". Sbotta l'ex parlamentare e ex sindaco di Mazara per 10 anni, Nicola Cristaldi: "è questa la dimostrazione della marginalità della politica estera del nostro Paese . E' una sconfitta delle istituzioni italiane a tutti i livelli e appare alquanto inquietante il silenzio delle istituzioni locali che dovrebbero attivare forme di protesta anche eclatanti per ottenere la liberazione dei nostri pescatori".
   

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