Sicilia

Mostra e libro rievocano la storia del giornale L'Ora

Cinquanta redattori raccontano vita e campagne del quotidiano

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 27 NOV - Un mostra e un libro rievocano la memoria del giornale L'Ora. La storia di quella testata, dagli anni Cinquanta fino alla chiusura l'8 maggio 1992, è ora raccontata attraverso le testimonianza di cinquanta giornalisti che nella redazione dell'Ora si sono formati soprattutto nella stagione della direzione di Vittorio Nisticò ma anche dopo. Il libro "L'Ora. Edizione straordinaria" è edito dalla Biblioteca centrale della Regione siciliana che ha acquisito venti anni fa l'archivio del giornale. E proprio quelle carte e quelle foto ripercorrono le campagne dell'Ora sulla mafia, il malaffare, l'intreccio tra i poteri politici e quelli criminali, i diritti civili, la condizione femminile, le dinamiche sociali, le battaglie politiche, i piani di sviluppo della Sicilia, i progetti di trasformazione della società e dell'economia.
    In quella redazione, raccontano i suoi cronisti, si praticava un giornalismo moderno e coraggioso attraverso le inchieste e il lavoro di squadra. E, malgrado la società editrice fosse legata al Pci, la linea della testata privilegiava le ragioni di un giornalismo autonomo. Per il suo impegno il giornale pagò un prezzo molto alto: tre giornalisti uccisi (Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato) e una valanga di denunce.
    L'Ora era non solo una fucina che formava giornalisti ma anche un laboratorio delle idee per tanti uomini di cultura: da Leonardo Sciascia a Michele Perriera, da Vincenzo Consolo a Danilo Dolci. Il libro, illustrato con le foto di importanti fotoreporter come Nicola Scafidi e Letizia Battaglia, sarà presentato domani alla Biblioteca centrale della Regione in concomitanza con l'apertura di una mostra di immagini, foto e memorie conservate nell'archivio del quotidiano.
    I due momenti concludono un ciclo che, in occasione dei cento anni dalla nascita di Nisticò, è cominciato alla fine di settembre con l'intitolazione di una strada al giornale, una targa sulla facciata del palazzo in cui aveva sede la redazione, una serata di reading e di testimonianze. (ANSA).
   

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