Sicilia

Libri: come l'arte celebrò in Sicilia la Grande Guerra

Un catalogo ripercorre le tracce artistiche della memoria

La vittoria alata

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 9 SET - Prima il dolore privato e la pietà per i caduti, poi il senso simbolico pubblico della celebrazione: lungo questo percorso c'è stata una proliferazione enorme di monumenti, lapidi, statue e vere opere d'arte con cui è stata testimoniata la tragedia della prima guerra mondiale. La Sicilia diede un grande contributo umano all'impegno bellico.
    Con i suoi tre milioni e 820 mila abitanti all'inizio del conflitto fu tra le cinque regioni con la più alta percentuale di combattenti. E ne pagò un prezzo altissimo: tra 50 e 60mila caduti. Questo spiega in qualche modo il fervore celebrativo che attraversò tra gli anni Venti e Trenta tutti i centri grandi e piccoli della Sicilia ora rivisitato nel volume "Dalla memoria del sacrificio alla celebrazione della vittoria" (40due edizioni, 340 pagine) che sarà presentato domani, nell'Oratorio santi Elena e Costantino da Gianfranco Micciché presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Claudio Minghetti comandante dell'Esercito in Sicilia e Patrizia Monterosso direttrice della Fondazione Federico II. E' il catalogo di una mostra sulla Grande guerra e la cultura artistica e architettonica siciliana che si è tenuta a Palermo dal 30 gennaio all'11 aprile.
    I testi - curati da Rita Cedrini, Eliana Mauro, Claudio Minghetti, Ettore Sessa e Mario Zito - ripercorrono le tracce celebrative disseminate tra monumenti, parchi delle rimembranze, targhe, opere, perfino edifici destinati a enti assistenziali come la "Casa del mutilato". Per dare forma a questo patrimonio della memoria della vittoria, nel quale si ritrovano anche segni della mistica del regime fascista, furono mobilitati nomi di spicco dell'arte tra cui Ernesto Basile, Antonio Ugo, Mario Rutelli, Filippo Raciti, Michele La Spina. Proprio Basile, celebrato esponente della scuola del liberty, mise mano a vari progetti per monumenti ai caduti mentre Antonio Ugo è l'autore della Vittoria alata, un celebre bronzo che raffigura una giovane con la spada sguainata che celebra simbolicamente trionfo e potenza.
    La Vittoria alata di Ugo, realizzata nel 1922, venne trafugata dal palazzo delle Finanze nel 2013. Ritrovata pochi mesi dopo tagliata in tre parti, è stata recentemente restaurata. Sul piano espressivo i monumenti ai caduti non sono molto diversi dagli esempi nazionali. Un soggetto che ricorre diffusamente nelle sculture siciliane è quello del soldato morente sorretto dalla madre, dalla Madonna o da altre figure femminili. Si raffigura il dolore ma protagonista è sempre l'eroe. (ANSA).
   

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