(ANSA) - CATANIA, 22 MAG - Con investigatori, vertici dei
servizi, politici e imprenditori ha avuto "soltanto rapporti
istituzionali" legati "all'impegno antimafia e al percorso di
legalità" avviato da Confindustria. Se "poi qualcuno ha fatto
delle cose che io non so, la responsabilità è sua...". Così
Antonello Montante, ex leader di Confindustria Sicilia, ai
domiciliari per associazione per delinquere e corruzione, al Gip
di Caltanissetta nega di l'accusa di avere creato una rete di
'spie' per raccogliere informazioni a scopo personale. La stanza
dove sono stati trovati i dossier, la chiama "la stanza della
legalità", ed era, spiega, "sempre aperta". Vanta la svolta
legalitaria di Confindustria e fornisce una sua spiegazione sul
perché dell'inchiesta dicendosi "convinto", che "chi ha
innescato questo meccanismo" non siano "persone della mafia"
contro le quali sostiene di lottare da una vita. O meglio: non
soltanto Cosa Nostra, ma "qualche lobby molto più forte". E cioè
"un' organizzazione di mafia e massoneria".
Montante,contro di me mafia e massoneria
L'interrogatorio dell'ex presidente Sicindustria davanti al Gip