Sicilia

Arte: Palermo Atlas, uno studio per raccontare la città

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 01 LUG - "Palermo Atlas" è una chiave di lettura della città, uno strumento di mediazione. L'architetto Ippolito Pestellini Laparelli, coordinatore del progetto per OMA, illustra un percorso di conoscenza che vede Palermo come parte di un sistema di geografie allargate, reso sensibile oggi come un tempo dai movimenti delle persone: nel nostro secolo, soprattutto, migranti e gruppi turistici. E ' un itinerario ideale attraverso un immaginario urbano fluido quello tracciato, che prende le mosse dalla rappresentazione della città: dalla Tabula Rogeriana di Al Idrisi, alla Stele funeraria quadrilingue di Anna conservata al Palazzo Reale, ai funerali di Guglielmo II, per giungere alle immagini e ai racconti del Grand Tour fino agli spazi segreti dei suoi nuovi abitanti che offrono sorprendenti visioni di sincretismo religioso. "Palermo", spiega Pestellini Laparelli, "è la città più interessante d'Italia.
    Luogo di accoglienza e di diaspora, centro di passaggio, testimonia le condizioni con cui si confronta il mondo intero". Per leggere la realtà contemporanea lo studio ha adottato diverse chiavi narrative. La prima è il cinema con i film girati dagli anni trenta in poi. La produzione cinematografica divisa per sezioni (mafia, aristocrazia, politica, religione) è stata trasformata in un database che racconta come sono state organizzate le location, i percorsi dei personaggi di film chiave attraverso la città, mai concentrati solo nel centro storico ma svolti nell'intera città, e le testimonianze di chi ha ripreso e rappresentato la città. Gli altri elementi utilizzati per costruire il viaggio palermitano di Manifesta sono dagli archivi privati che raccolgono memorie della città moderna, le architetture incompiute, mai costruite o abbandonate e i giardini, visti quali immagini inedite e felici di migrazioni di specie. Il progetto è stato definito in circa 3 mesi, un sasso nello stagno le cui onde si dovrebbero propagare fino a divenire piani a lungo termine. In questo senso Manifesta avrà il ruolo di catalizzatore di nuova vita in diversi punti della città. Non dovrebbe essere soltanto una mostra, dunque, ma un'eredità da lasciare a Palermo.(ANSA).
   

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