Sicilia

Giornalisti: a Formigli Premio Francese

Tema di quest'anno "Dalle guerre alla libertà"

Redazione Ansa

      (ANSA) - PALERMO, 9 MAR - Le ferite della guerra e la faticosa conquista della libertà hanno ispirato la 18/a edizione del premio giornalistico intitolato a Mario Francese, il cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Il premio, organizzato dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia assieme all'associazione "Uomini del Colorado", è stato assegnato quest'anno a Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita. La cerimonia si è svolta a Palermo, nell'aula magna del liceo scientifico Benedetto Croce. "L'inviato non può perdere il contatto con la realtà, altrimenti si rompe un patto di serietà con il pubblico - ha detto Formigli, che ha ricostruito il suo reportage a Kobane - Migliaia di persone sono morte su quella frontiera per difendere dall'Isis un confine che riguardava il futuro di tutti noi". Il premio intitolato a Giuseppe Francese e dedicato ai giovani giornalisti emergenti, è stato invece assegnato al siracusano Saul Caia. Un riconoscimento speciale è andato ai fotografi Mike Palazzotto e Tony Gentile. Tra i premiati anche Alfonso Giordano, presidente del maxiprocesso che 30 anni fa portò alla sbarra 475 imputati e che ha ricordato "la delusione di Sciascia durante un'udienza, salvo poi lodare la chiarezza della sentenza finale". Durante la manifestazione è stato poi presentato il libro "Quando avevamo la guerra in casa" (edito da Mohicani), minuziosa ricostruzione di Mario Francese degli attacchi aerei degli alleati con un saggio sulla guerra scritto dal giornalista Mario Genco. Silvia Francese, nipote di Mario, e l'attore Salvo Piparo hanno recitato per l'associazione 'Uomini del Colorado' alcuni brani teatrali, tratti dal libro. Giulio Francese, figlio di Mario, ha infine ricordato il "coinvolgimento e la grande partecipazione, da tre anni, delle scuole". Durante la cerimonia è stata ricordata la giornalista Cristiana Matano, prematuramente scomparsa a causa di una grave malattia.
   

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