(ANSA) - PALERMO, 4 MAG - "Giovanni Falcone ricordava tutti i
rapporti di parentela e affinità dei detenuti, tanto che spesso
mi sono avvalsa della sua collaborazione". È il ricordo di
Gandolfa Trabunella, direttrice del carcere Ucciardone da marzo
1991 a novembre 1993, nel corso del convegno intitolato
"Carcere, città e giustizia nel quarantennale dell'ordinamento
penitenziario e nell'anno del verdetto di Strasburgo". La ex
direttrice Trabunella è stata poi trasferita al Dap dopo essere
finita nel mirino di cosa nostra. Di quel periodo ricorda la
convocazione in prefettura dopo la notizia del brindisi dei boss
detenuti tra le sbarre dell'Ucciardone in seguito alla strage di
Capaci, lo "sgomento per la ferocia inaudita del massacro e lo
sguardo perso nel vuoto del giudice Paolo Borsellino".
Il convegno itinerante che questa mattina è iniziato a Palermo,
al carcere Ucciardone, proseguirà fino a domani sera in diverse
tappe, tra Palazzo delle Aquile, tribunale e Palazzo Steri.
L'iniziativa è organizzata dal coordinamento nazionale dei
magistrati di sorveglianza (Conams) nell'ambito del progetto
europeo "Prisoners litigation network", in collaborazione con
l'Anm, l'Università e il Comune di Palermo, e un cartello di 25
associazioni.
Dopo un saluto del capo del Dap, Santi Consolo, e di Rita
Barbera, attuale direttrice del carcere Ucciardone, è stata
deposta una corona di fiori in ricordo di tutte le vittime della
mafia nell'atrio della casa circondariale, ai piedi di una
lapide in ricordo di Giuseppe Montalto, l'agente ucciso dalla
mafia a Trapani, il 23 dicembre 1995. Poi lo spettacolo teatrale
"Il fantasma dell'Ucciardone, storie, cunti e testimonianze" con
Salvo Piparo e Costanza Licata.
Nel corso della mattinata sono stati ricordati alcuni episodi
entrati a far parte anche della memoria storica dell'Ucciardone:
dal caffè avvelenato di Gaspare Pisciotta, alla messa officiata
nel 1984 dal cardinale Pappalardo e disertata dai detenuti, fino
ai quadri di Luciano Liggio. "Mi aveva convinto a dargli delle
lezioni. In pratica, o dicevo sì o dicevo sì", ha ricordato nel
corso del suo intervento Alessandro Bronzini, pittore e
"maestro" di Liggio. E, ancora, il ricordo della lettera
indirizzata nel natale del 1992 da don Pino Puglisi ai detenuti
di Brancaccio e ricordata da Rosaria Cascio, ex allieva del
sacerdote ucciso dalla mafia, oggi insegnante e referente
dell'associazione "Si, ma verso dove?".
All'iniziativa della mattina erano presenti, tra gli altri, il
questore di Palermo, Guido Longo, il sindaco, Leoluca Orlando,
Antonio Scaglione, vicepresidente Csm militare, figlio del
procuratore di Palermo, Pietro, primo magistrato ucciso dalla
mafia. (ANSA)
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Carceri:ricordate vittime di mafia all'Ucciardone di Palermo
In scena anche spettacolo di storie, cunti e testimonianze