Sicilia

Capaci bis: pentito, no entità esterne in fase esecutiva

Nell'aula bunker di Rebibbia collaboratore Santino Di Matteo

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Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 26 NOV - Nega l'esistenza di soggetti estranei a Cosa nostra nelle fasi preparatorie ed esecutive della strage di Capaci, racconta il suo incontro con Paolo Bellini, vicino all'eversione destra e ad ambienti dei Servizi.   E parla delle fibrillazioni delle cosche dopo la decisione di assassinare Giovanni Falcone: alcuni boss sarebbero stati in disaccordo col progetto di Totò Riina.
    Nell'aula bunker di Rebibbia oggi, al processo bis per l'eccidio del 23 maggio, costato la vita a Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti della scorta, è la volta del pentito Santino Di Matteo. Un collaboratore di giustizia che ha pagato cara la scelta di raccontare i segreti di Cosa nostra: l'ex boss Giovanni Brusca ordinò il sequestro del figlio, il piccolo Giuseppe che venne poi strangolato e sciolto nell'acido dopo due anni di prigionia.
    Al processo, che si svolge davanti alla corte d'assise di Caltanissetta, sono imputati i boss Salvino Madonia, Renzino Tinnirello, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino.
   

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