Sicilia

Mafia: l'antimafia cerca nuove strade senza "star"

A Palermo convegno con Orlando, Bindi e Roberti. "Bene 416 ter"

Redazione Ansa

 (ANSA) - PALERMO, - Tra polemiche esasperate, processi mediatici e rischi di "populismi" è venuto il momento di ripensare l'antimafia. E' la riflessione che oggi a Palermo ha impegnato in un confronto serrato giuristi, magistrati, politici. Nella prima parte del convegno, concluso dal ministro della Gustizia Andrea Orlando, si è discusso soprattutto attorno alla proposta di innovare metodi e strumenti. E il primo banco di prova è stata l'approvazione alla Camera del nuovo testo dell'articolo 416 ter sul voto di scambio. Da tutti è arrivato un giudizio positivo che si può riassumere con le parole di Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia: "Abbiamo fatto un buon lavoro". E il ministro Orlando si è augurato che la norma venga approvata in via definita dal Senato in tempi brevi in modo da essere applicabile già prima delle prossime elezioni. Ma c'è ancora altro da fare per riportare il dibattito sull'esperienza antimafia degli ultimi vent'anni a un progetto di cambiamento efficace. E proprio questo è il senso dell'incontro promosso dal Dems, dipartimento di studi europei e dell'integrazione internazionale dell'Università di Palermo. Ma intanto, avverte il professor Giovanni Fiandaca, è necessario fare i conti con quelli che chiama "grandi star mediatiche le quali propugnano il vero vangelo antimafia e pensano di dettare al governo l'agenda sulla giustizia". Assieme ad alcuni politici avrebbero assunto, specie sul 416 ter, "atteggiamenti da populismo politico e giudiziario". Il confronto su questi temi è stato rappresentato dal giudice Piergiorgio Morosini con le parole di Ligabue: "Tra palco e realtà". Sul palco i militanti dell'antimafia, nella realtà le leggi e le misure di contrasto. Ma tutto questo ha creato le condizioni di un "rapporto problematico tra il giudice e la legge" dal quale è derivata una "oscillazione di verdetti" ora in un senso ora in un altro. Il caso estremo è stato quello del 416 ter. La discussione è sembrata a Morosini "più uno spot elettorale che una riflessione articolata". Due le direttrici di un cambio di passo: una diversa gestione in senso produttivo dei beni confiscati e il superamento della legislazione "emergenziale" adottata sotto le spinte emotive nella stagione delle stragi. Solo il 416 bis ha superato la prova, attesta Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, che però mantiene riserve in materia di concorso esterno. E poi bisogna spingere da un lato sull'autoriciclaggio, come ha auspicato il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone per frenare le infiltrazioni nell'economia, e dall'altro sulla cooperazione internazionale. "La globalizzazione dei mercati - ha osservato Roberti - ha moltiplicato le opportunità di espansione offerte alle organizzazioni criminali". (ANSA).

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