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Vino: Il Gambero Rosso premia la Cantina Canu di Luogosanto

"Due Bicchieri Rossi" per il Vermentino Deispanta

Redazione Ansa

(ANSA) - LUOGOSANTO, 01 DIC - Una nuova cantina sarda è entrata per la prima volta nella guida I Vini d'Italia - edizione 2023 - del Gambero Rosso. Merito dei "Due Bicchieri Rossi" assegnati al Deispanta, il Vermentino di Gallura Docg Superiore prodotto dalla Cantina Canu, giovane realtà viticola guidata dalla manager Carla Cualbu e da Antonello Nolis.
    Il riconoscimento è particolarmente prestigioso perché i Tre Bicchieri e Due Bicchieri Rossi del Gambero Rosso sono i fiori all'occhiello di Vini d'Italia: piccole produzioni vicino a prestigiosi best seller, in una rassegna che coinvolge le migliori etichette assaggiate dagli esperti del Gambero Rosso.
    La Cantina Canu è stata fondata nel 2020 con i primi due vini (il Vermentino di Gallura Docg Deispanta e il Cannonau doc Porteddu) ma la sua storia è iniziata molto tempo prima: i vigneti si trovano a Luogosanto, in Gallura, in un antico stazzo del 1880 posizionato all'interno di un terreno di 240 ettari di bosco, olivastri e granito. Nei registri del tempo il mappale era denominato "Canu" sin dal 1800, e decidono pertanto di utilizzare questo nome per la loro attività. Ecco il perché di quel nome. Un intreccio di storie familiari e di legami che parte però da Fonni e che trova una giusta sintesi anche nel marchio, una vite stilizzata che è anche un focolare, reso speculare, perché il focolare rappresenta la famiglia.
    La Cantina Canu nel giro di soli due anni ha ottenuto importanti riconoscimenti per i suoi tre vini di punta: il Vermentino Deispanta, il pluripremiato Cannonau Porteddu (da segnalare, tra gli attestati, anche la Medaglia d'Oro all'ultima edizione del Grenaches du Monde) e il cannonau rosato Bibi.
    Merito anche di Andrea Pala, considerato nel 2022 il migliore giovane enologo d'Italia, che con la Cantina Canu sta costruendo un progetto molto ambizioso. Una cantina che ha comunque una forte impronta familiare. Lo si evince anche dai nomi attribuiti ai vini che derivano tutti dai soprannomi dati nelle famiglie Cualbu e Nolis a Fonni. (ANSA).
   

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