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Vino: Cantina Su Entu punta sul bovale di Marmilla

Obiettivo rafforzare il legame tra vitigno e territorio

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 19 MAG - Il Bovale di Marmilla è in grado di raccontare il territorio perché lo rappresenta in pieno. Con questo spirito la Cantina Su Entu di Sanluri dà il via al nuovo percorso di valorizzazione del Bovale per esaltare la massima espressione di questo vitigno autoctono lavorato in purezza. E soprattutto rafforzare il legame con il suo territorio anche attraverso la sua denominazione.
    Nasce così Su'Diterra IGT Marmilla Bovale 2020, l'ultimo nato della Cantina, presentato e degustato, assieme alle altre etichette dell'azienda, come aperitivo al Castello di Sanluri e poi in cantina in un pranzo creato dagli chef Francesco Vitale e Nicola Perra di Sa Scolla di Baradili e Cagliari, Luigi Pomata dell'omonimo ristorante cagliaritano, Vito Senes dello storico ristorante di Sennori, Marina Ravarotto del ChiaroScuro di Cagliari, Salvatore Ticca "Shardana" e "Gallo Blu" di Parigi, Roberto Paddeu di Frades Porto Cervo.
    Un prodotto che conferma l'originaria scelta aziendale di puntare sul Bovale non più come uva da taglio ma per mettere in evidenza le peculiarità di questo vitigno coltivato tra le ventilate colline della Marmilla. "I nomi Marmilla e Bovale viaggiano di pari passo, per promuovere il vitigno e insieme il territorio", spiega all'ANSA Valeria Pilloni, ad dell'azienda di famiglia di cui fanno parte la sorella Roberta e il fratello Nicola.
    36 ettari di superficie vitata, 11 etichette, 300mila bottiglie annue, il 50% per il mercato regionale, 25% nazionale e altrettanto per l' internazionale. "Il nuovo nato è il frutto di una diversa gestione delle macerazioni sulle bucce, meno prolungata, di una grande cura e attenzione per ottenere un vino morbido, di struttura, godibile fin da subito - spiega Piero Cella, enologo di Su Entu - con un ventaglio di aromi, dai frutti rossi alle note speziate e che si sposa bene con una gran varietà di piatti come hanno dimostrato oggi gli chef". (ANSA).
   

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