Regioni

'Modello Benetutti' per salvare vitigno

Comitato scientifico del Comune per l'Arvisionadu

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 17 DIC - Un 'terroir antropologico' per salvare dall'estinzione un raro vitigno. La comunità di Benetutti sta investendo risorse e lavoro in una passione legata ad un pezzo importante della sua storia e di quella della Sardegna.
    In questo paese degli altipiani del Goceano la popolazione si é stretta attorno all'Arvisionadu, raro vitigno coccolato e apprezzato per secoli. C' è un imprenditore, Pino Mulas, che impianta una nuova vigna per presentare questa eccellenza locale al mondo enologico. Un comitato scientifico formato da Comune, Università di Sassari e Laore che ha ideato 20 anni fa un concorso enologico per stimolare e migliorare le produzioni locali. Ci sono giovani, appassionati e cultori che nel 2012 si uniscono in una Confraternita dell'Arvisionadu per valorizzare e promuovere questo tesoro della vigna.
    La presiede l'agronomo Giampaolo Sanna, laurea a Sassari con una tesi sulla coltivazione dell'Arvisionadu. "I giovani della Confraternita recuperano i vigneti di famiglia o ne impiantano di nuovi, attenti a nuove tecniche per affinare la qualità del vino - commenta Sanna - la formazione è un elemento fondamentale anche per dare un risvolto economico a questa antica risorsa".
    L'Arvisionadu può essere secco da pasto o da dessert.
    "Il primo - spiega ancora Sanna - è di colore intenso giallo paglierino, con note floreali e retrogusto di mandorla amara. La versione flor è giallo oro, con sentori olfattivi di natura ossidativa, tipici dei vini ottenuti appunto sotto flor, simili a quelli di Vernaccia di Oristano e Malvasia di Bosa".
    L'occasione giusta per vivere da vicino questa passione e assaggiarlo è andare in Primavera a Benetutti per 'Arvisionende in Chintina' organizzata dalla Confraternita: cantine aperte alla degustazione e dove protagonista naturalmente è l'Arvisionadu. La rarità sarda che il 'modello Benetutti' sta salvando dall'estinzione. (ANSA).
   

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