Sardegna

Lavoro: 3mln per reinserimento P.Torres

Cinque macro progetti con sblocchi occupazionali per 300 operai

Redazione Ansa

I lavoratori dell'indotto dell'area di crisi complessa industriale di Porto Torres potranno contare su un progetto da 3 milioni di euro per favorire il loro reinserimento occupazionale. Lo ha deciso la Giunta regionale approvando le linee guida proposte dell'assessora del Lavoro Virginia Mura.

L'intervento tiene conto del fabbisogno occupazionale che si attiverà, nell'arco dei prossimi 3-5 anni, con il completamento della riconversione industriale dell'area di Sassari, Alghero e Porto Torres, per la realizzazione di prodotti chimici eco-compatibili nell'ambito del piano per la chimica verde, che vede impegnati Governo, Regione Sardegna, Provincia di Sassari, Comuni di Porto Torres, Sassari, Alghero, Eni (e società del suo gruppo) ed organizzazioni sindacali.

I lavoratori destinatari del progetto sono circa 300 e saranno individuati in un accordo Regione-sindacati territoriali tra coloro che hanno completato o stanno ultimando la fase di ammortizzatori sociali: questi potranno usufruire di percorsi di formazione e riqualificazione che permetteranno loro di essere occupabili nei diversi cantieri di cui, a breve, si prevede l'apertura.

Sono stati individuati cinque macro progetti che possono costituire un potenziale sbocco occupazionale. Il progetto Nuraghe, in fase di attuazione iniziale a cura della Syndial, che prevede un piano integrato di bonifiche dei suoli della zona industriale usati come deposito di stoccaggio di residui industriali fino al 1982. Poi c'è la messa in sicurezza e smantellamento degli impianti della società Vinyls, produttrice di Pvc fallita nel 2015, e la gestione del depuratore consortile delle acque. Questo progetto è finanziato dal ministero dell'Ambiente per un importo di circa 1,6 milioni di euro.

Inoltre esiste il progetto per la piattaforma ecologica multifunzionale di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani che il Comune di Porto Torres intende realizzare per la creazione di una filiera di rifiuti differenziata. Per il Parco nazionale dell'Asinara si punta invece a percorsi finalizzati all'autoimprenditorialità, connessi alla conservazione, gestione e valorizzazione tanto a fini turistici che di ricerca di tipo naturalistico/ambientale. Infine le bonifiche dell'amianto in applicazione al Piano regionale (Pra) che la Regione ha adottato a fine 2014.
   

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