(ANSA) - CAGLIARI, 30 GIU - Caldo terribile. A volte
micidiale, nel senso più drammatico della parola come dimostrano
le ultime tragedie in Sardegna. Spesso in riva al mare: non
sempre però spiaggia e tuffi sono il migliore rimedio all'afa di
questi giorni. "Bisognerebbe valutare le situazioni specifiche
per capire cosa sia successo nelle ultime tragedie - spiega
Emilio Valllebona, direttore di Medicina Generale del
Policlinico Duilio Casula, l'azienda ospedaliero-universitaria
di Cagliari - Ma, parlando in generale, soprattutto bambini e
anziani dovrebbero evitare l'esposizione al sole nelle ore più
calde. Una parola chiave, quando c'è caldo, è idratazione.
Bisogna bere, anche quando, e in certe situazioni può accadere,
non si sente lo stimolo della sete. La temperatura elevata
comporta inevitabilmente una disidratazione importante -
argomenta l'esperto - E questa situazione può degenerare in
collassi. Pericolosi anche in acqua perché si può rischiare di
annegare in pochi centimetri".
Spesso in estate si cerca di recuperare linea e forma con un
surplus di sport. Ma il lavoro spesso suggerisce parentesi
improbabili, tipo la partita a calcio o a tennis o la corsetta
nella pausa pranzo. "No, guai. è assolutamente sconsigliato -
risponde deciso Vallebona - Bisogna ritagliarsi spazi per lo
sport in orari con la temperatura più confortevole, mai tra le
10 e le 17. Il principio dell'idratazione vale anche per lo
sport. Acqua oppure anche bevande che consentano di recuperare i
sali persi. Lasciatemi sfatare un mito. Qualcuno dice: non bevo
perché altrimenti sudo. È una leggenda metropolitana, bere è
fondamentale".
Tuttavia, non una birra ghiacciata magari dopo una lunga
esposizione al sole. "Meglio l'acqua degli alcolici per
rinfrescarci - chiarisce ancora il direttore di Medicina
generale - Anche perché l'acqua idrata meglio di una birra che
viene espulsa più presto dal nostro corpo". Un altro consiglio
fondamentale: attenzione agli sbalzi di temperatura: "Spesso con
i condizionatori al massimo dei negozi si rischia di dover
sopportare uno sbalzo improvviso tra interno ed esterno di
almeno dieci gradi - avverte - Il nostro corpo si adatta alla
temperatura interna condizionata. Poi il problema è quello di
tornare in strada alla temperatura più alta di dieci gradi. È
una situazione pericolosa, ci si espone al collasso. Tutto
questo - puntualizza il medico - non per demonizzare i
condizionatori: vanno bene, purché non sparati alle temperature
più basse". (ANSA).
Caldo: gli esperti, idratazione costante contro afa e malori
I consigli dell'Aou, vietati sport tra le 10 e le 17 e sbalzi