Sardegna

Zuncheddu: legale, 'processo lascia l'amaro in bocca'

Trogu, è l'accusa a dover dimostrare colpevolezza di un imputato

Redazione Ansa

"Le motivazioni dicono che il testimone oculare è stato sicuramente imbeccato dal poliziotto nel momento in cui ha accusato Beniamino Zuncheddu. Quindi, il testimone d'accusa non aveva visto ed è stato indirizzato dal poliziotto verso Zuncheddu. E si dice nelle motivazioni che è apparso anche un testimone altamente malleabile, volubile.
    Quindi, un teste inaffidabile. E questo contrasta con quanto affermato nel 1991, quando si era difeso in maniera ferrea la sua affidabilità". Lo ha detto all'ANSA l'avvocato difensore di Zuncheddu, Mauro Trogu, oggi a Marsala per partecipare al convegno organizzato dalla Camera penale "Stefano Pellegrino" sul tema "I tre grandi errori giudiziari. Enzo Tortora, Giuseppe Gulotta, Beniamino Zuncheddu (storie e testimonianze delle vittime della malagiustizia)".
    "Si dice, inoltre - prosegue il legale dell'ex pastore rimasto in carcere oltre 30 anni - che anche il testimone che fornì la prova del movente è inaffidabile, ma nonostante ciò si indugia dire 'ma comunque Zuncheddu non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti. Ma questa è una prova diabolica, perché noi non sappiamo chi lo accusa, non abbiamo nessuno da poter smentire. E questo lascia un po' l'amaro in bocca. Anche perché con questo ragionamento c'è una inversione dell'onere della prova. Ma è l'accusa a dover dimostrare la colpevolezza di un imputato, non quest'ultimo a dover dimostrare la propria innocenza. Dopo 33 anni di ingiusta detenzione, questo mi pare poco carino verso Zuncheddu".
    La sentenza, conclude il legale, diverrà definitiva il prossimo 10 giugno e in quel momento potrà essere formulata la richiesta di risarcimento.

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