Sardegna

Presidente tribunale di Nuoro, 'situazione grave'

'Attività rischia di fermarsi, serve programmazione'

Redazione Ansa

(ANSA) - NUORO, 15 APR - L'attività del tribunale di Nuoro sta per fermarsi a causa della carenza di personale nell'ufficio notifiche. Le criticità della giustizia nel Nuorese stanno diventando un problema di ordine pubblico con un elenco notevole di problematiche: l'ufficio notifiche da cinque anni a questa parte ha perso otto funzionari e presenta una scopertura dell'87%, cosa che mette a rischio la puntualità nell'atto della notifica dei processi civili e penali. Poste Italiane non riesce a sopperire al problema visto l'alta percentuale di fallimenti e così le udienze che saltano per omessa notifica sono un centinaio alla settimana, con un rinvio di almeno quattro mesi per ogni udienza saltata.
    Il tema è stato oggetto di un recente incontro in Prefettura con il presidente del tribunale Mauro Pusceddu, la procuratrice della Repubblica Patrizia Castaldini, e il presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati Lorenzo Soro, che rivendicano "attenzione e risposte politiche immediate".
    Una situazione definita grave dal presidente del tribunale.
    "A settembre rimarranno in ufficio due funzionari escludendo la dirigente, che dovranno far fronte a migliaia di richieste - denuncia Pusceddu -. La geografia del territorio poi non aiuta, visto che un ufficiale deve notificare lo stesso giorno a Fonni, a San Teodoro e Bitti e così senza volerlo, si dovrà fermare sia la giustizia civile che quella penale".
    Quando le notifiche saltano si ricorre alle forze dell'ordine, distogliendo poliziotti e carabinieri dai loro compiti principali: "Non è razionale che una caserma debba magari chiudere per eseguire delle notifiche - prosegue Pusceddu -. Questa situazione impedisce ai cittadini di ottenere uno sfratto, un risarcimento danni, di riottenere il lavoro, di vedere un figlio, è il collasso del vivere civile".
    Il presidente del tribunale di Nuoro sollecita soluzioni: "Chiediamo di non trasferire il personale prima di aver bandito i concorsi, avere la possibilità di attingere ad altre graduatorie e soprattutto avviare procedure di mobilità interna che consentano la distribuzione delle forze, almeno nel distretto, secondo una proporzione razionale. Servono scelte, programmazioni e risposte politiche, dalla cui omissione a noi rimangono costi e cocci, difficili da spiegare a chi ci chiede qualcosa che vale quanto e più del pane. Settembre è domani".
    (ANSA).
   

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