Sardegna

La comunità di Santadi adotta il Nuraghe Sanna, traino turistico

Sabato l'evento per restituire il monumento alla collettività

Redazione Ansa

(ANSA) - SANTADI, 11 APR - Santadi si prende cura del Nuraghe Sanna, per valorizzarlo e restituirlo alla collettività. Di pianta complessa, con più torri, svetta sulla sommità di una piana, ma è inaccessibile e nascosto alla vista da arbusti di macchia mediterranea. Sabato 13 aprile, associazioni, cittadini e istituzioni si danno appuntamento per dare il via al progetto sociale e collettivo "Adotta un nuraghe".
    Dalle 9 e per tutta la mattina si procederà a ripulirlo dalla vegetazione spontanea. Dalle 16 poi è in programma una visita guidata con l'archeologo Stefano Crispu, direttore del Museo archeologico di Santadi gestito dalla società Sémata che organizza l'iniziativa insieme al Comune in collaborazione con la Soprintendenza per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. La proprietà del monumento è stata trasferita nel 2019 dalla città metropolitana di Cagliari al Comune di Santadi, non è direttamente gestito e quindi non oggetto di attività manutentive.
    "La comunità ha risposto con la partecipazione di numerose associazioni di Santadi - commenta soddisfatto il sindaco Massimo Impera - testimonianza dell'attaccamento al proprio patrimonio storico che può diventare strumento dal punto di vista turistico". Sono coinvolti Pro loco, Protezione civile, Speleo club, Auser, Libera associazione anziani, Oasi Mosè, Pol atletica e Asd I pedali.
    Il Nuraghe Sanna è inserito in un contesto importante come testimoniano tracce riferibili ad un abitato frequentato in periodo nuragico, punico, romano e forse medievale. In epoca successiva nei pressi del nuraghe sorsero edifici monastici con annessa una chiesa dedicata al culto di San Pietro. E in prossimità il più recente Medau Sanna, insediamento rurale agricolo sulcitano. "L'importanza dell'insediamento nei millenni è dovuta alla sua posizione strategica e alla ricchezza delle terre circostanti - spiega Stefano Crispu - sorge sulla sponda destra del rio Mannu, che discendendo dalla valle del Gutturu Mannu sfociava nel golfo di Palmas, dinnanzi all'Isola di Sant'Antioco, circondato da fertili piane alluvionali e a guardia della naturale via di comunicazione tra la costa e l'entroterra sulcitano". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it