Sardegna

Dancing Histor(y)ies Festival, a Tharros il primo workshop

Progetto europeo con la Sardegna capofila, il clou a luglio

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 04 APR - Attingere alla memoria per reinventare il proprio futuro. Avere cura dei doni della storia, per lasciare spazio allo stupore e alla bellezza. Dancing Histor(y)ies, progetto cofinanziato dall'Unione Europea, incentrato sulla promozione dei siti archeologici attraverso le arti performative con il coinvolgimento delle comunità locali, dopo la prima presentazione avvenuta nell'aprile dello scorso anno a Cipro, bussa alle porte della Sardegna per offrire, dal 12 al 14 luglio, una prima grande vetrina internazionale della danza da vivere nella meraviglia dell'antica città di Tharros (Cabras), una delle più importanti eredità archeologiche di tutto il Mediterraneo.
    Ballare, creare, progettare, conoscere, divertirsi riappropriandosi di antiche e nuove narrazioni a partire dalla vita delle comunità che, proprio in territori così ricchi di memoria, hanno scelto di articolare il loro presente.
    Un esperimento collettivo nato dall'idea di cinque istituzioni culturali di Grecia, Italia, Serbia e Spagna, che coinvolge 13 partner di 11 nazioni, e di cui l'Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo in Sardegna è capofila.
    A partire dalla prima settimana di aprile e fino a metà luglio, le comunità di Cabras e del Sinis saranno invitate a partecipare attivamente alla ideazione, progettazione e creazione di tre produzioni artistiche messe in scena da tre gruppi internazionali di danza: la compagnia svedese IlDance, quella polacca Polish Dance Theatre e una co-produzione italiana che vede insieme il Gruppo E-Motion, Asmed Balletto di Sardegna e la Compagnia Danza Estemporada.
    I danzatori, grazie a un ciclo di tre workshop spalmati fino al mese di luglio e dalla durata di tre giorni ciascuno (il primo è in programma dal 7 al 9 aprile) avranno modo di visitare e studiare nel dettaglio lo spazio archeologico di Tharros, gestito dalla Fondazione Mont'e Prama, e raffrontarsi col tessuto sociale dei territori in un proficuo scambio dialettico tra scuole, associazioni, artigiani, famiglie e altre realtà che abitualmente non fruiscono del sito. (ANSA).
   

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