Sardegna

Allevamenti e caseifici diventano digitali, è la pastorizia 4.0

Restano alcune criticità, carenza di manodopera e infrastrutture

Redazione Ansa

I caseifici sardi salutano positivamente il progetto di ricerca che porterà all'interno del settore lattiero-caseario le tecnologie 4.0. Il progetto si propone di digitalizzare le aziende di trasformazione del latte della filiera del pecorino romano - 36 caseifici in Sardegna più 10 nella penisola - e consentirà di massimizzare la produttività e ridurre i costi d'impresa. Il progetto coinvolge il Dipartimento di Ingegneria meccanica e chimica dell'Università di Cagliari, il Consorzio di tutela del pecorino romano Dop, Confindustria Sardegna centrale e Coldiretti Nuoro-Ogliastra.

"Le imprese che aderiranno al progetto riceveranno una valutazione gratuita del proprio livello di maturità digitale grazie a uno studio condotto dal Politecnico di Milano - ha detto Pierfrancesco Orrù dell'Università di Cagliari - I dati raccolti verranno dati in pasto a un algoritmo che analizzerà le criticità e suggerirà interventi di miglioramento. Si tratta di un passaggio epocale che porterà benefici sia sulla qualità del prodotto che sul risparmio dei costi". Il risultato di una prima visita all'interno delle aziende è che in Sardegna si trovano caseifici in salute con capacità di penetrare nei mercati esteri, ma ci sono diverse criticità: la disponibilità di materia prima, ovvero del latte, che decresce di anno in anno per la mancanza di attrazione del lavoro in campagna delle giovani generazioni. E c'è anche carenza di figure specialistiche.

"Per agevolare le aziende l'università di Cagliari istituirà nuovi corsi per tecnici specializzati in impiantistica, ma anche dei corsi di laurea professionalizzanti in nel settore energetico- digitale - ha proseguito Orrù - e ancora una laurea magistrale in bio-medica e un corso di laurea in ingegneria e gestionale". "Il fatturato al consumo della filiera del pecorino romano Dop è di 600 milioni all'anno, circa il 40% del Pil regionale, con 11mila e 500 aziende produttrici in tutta la filiera - ha spiegato Gianni Maoddi presidente Consorzio pecorino romano - Il prezzo del latte che nel 2019 era 60 centesimi al litro è cresciuto e oggi si aggira tra 1,50 e 2 euro/litro. Si tratta di un settore importantissimo e se l'azienda non digitalizza non risponde ai requisiti. Bisogna inoltre superare la carenza di manodopera".

"Da noi si produce il 60% del latte ovino in Italia - ha detto Lorenzo Sanna Vice presidente di Confindustria - ma la produzione nelle nostre aziende sta decrescendo mentre in Spagna nell'ultimo anno hanno prodotto il 20% del latte in più dell'anno precedente". "Con la digitalizzazione la coop di Dorgali ha migliorato la resa, la qualità del prodotto con un risparmio dei costi del 20% - ha detto il presidente di Coldiretti Nuoro-Ogliastra Leonardo Salis , ma io stesso ho dovuto vendere 200 capi ovini perché non si trova manodopera, per questo dobbiamo pensare a nuove forme di contratti con ferie e turnazioni che rendano appetibile il lavoro. Un'altra criticità da affrontare è infrastrutturale: bisogna riqualificare le strade, portare l'elettrificazione e l'acqua nelle nostre campagna, altrimenti se ne vanno via tutti".

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