Sardegna

Riparte protesta operai Eurallumina, sit-in il 29 a Cagliari

Presidio per chiedere passi avanti su addendum, energia e cigs

Redazione Ansa

(ANSA) - PORTOSCUSO, 24 NOV - Riparte la protesta dei lavoratori dell'Eurallumina di Portovesme. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil annunciato un sit in per mercoledì 29 novembre, dalle 9, davanti a Villa Devoto a Cagliari, sede di rappresentanza della Giunta regionale. Un presidio per chiedere che, entro la prima metà di dicembre, venga sottoscritto l'addendum al protocollo d'intesa propedeutico al progetto di rilancio della fabbrica di allumina e la ripresa occupazione di circa 1500 operai. Di conseguenza, sostengono le sigle, deve essere sottoscritto l'accordo per la collocazione in Cigs per le aree crisi industriale complessa di tutto il personale coinvolto.
    "Chiediamo altresì che l'intesa istituzionale sul decreto energia comunicata a mezzo stampa possa essere definita una volta per tutte con forza di legge e che vengano chiariti altresì modalità e crono-programma certi per la messa in opera dell'infrastruttura individuata ovvero per la realizzazione della "dorsale del gas", senza la quale l'Eurallumina non potrebbe vedere concretizzarsi alcun progetto di ripartenza a distanza di 15 anni di lotta e resistenza - sostengono i segretari territoriali Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi - È fondamentale ottenere la massima attenzione della vertenza a livello interministeriale, a partire dal Mimit oltre al Mase e il ministero del Lavoro ed è quindi per noi necessaria ed improcrastinabile la convocazione di un tavolo ad hoc a Roma".
    I sindacati ricordano che la vertenza dei lavoratori dell'Eurallumina "perdura oramai da circa 15 anni" e che negli ultimi incontri "il presidente della Regione e diversi assessori della sua giunta si sono spesi più volte nel tempo sia verbalmente nel cercare di rassicurare le parti sociali nell'addivenire e portare a soluzione le questioni tuttora irrisolte, ma allo stato attuale vi è stato un continuo susseguirsi di promesse e nulla più, nessun atto amministrativo e istituzionale concreto volto a rassicurare l'azionista e la società e di conseguenza la prospettiva lavorativa delle maestranze tutte coinvolte". (ANSA).
   

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