Sardegna

Donne e disabilità, 'doppiamente discriminate'

Lo Ierfop accende i riflettori su un dramma silenzioso

Redazione Ansa

Doppiamente discriminate, più esposte a subire abusi a causa della loro vulnerabilità e, spesso, isolamento, che limita la capacità di chiedere aiuto.
    Lo Ierfop accende i riflettori sul tema "Donne con disabilità e violenza: un male al quadrato". L'ente di formazione europeo guidato da Roberto Pili ha chiamato a raccolta nella sua sede di Cagliari esperte ed esperti "per squarciare la cortina di silenzio attorno a un fenomeno in crescita sul quale c'è ancora poca informazione e difficoltà a mettere insieme i dati", come ha messo in evidenza lo stesso Pili.
    La tavola rotonda rientra tra le iniziative per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. "Presenterò a Roma, all'Osservatorio Disabilità, il report di questa serata", ha detto Pili che ha aperto il suo intervento con "un primo pensiero a Giulia Cecchettin, una vicenda che ha colpito l'immaginario di tutte le persone di buon senso di questo paese".
    Poi il dibattito ha preso forma per entrare nello specifico.
    A portare la voce delle donne disabili, in collegamento video, è stata Francesca Arcadu, coordinatrice del gruppo donne Uildm, unione italiana lotta alle distrofie muscolari e socia di Giulia Giornaliste. "Il tema della violenza sulle donne con una limitazione fisica o mentale, emerge pian piano dal silenzio e dall' invisibilità. C'è stata una rimozione collettiva dal dibattito nonostante violenze, stupri, stalking, siano ancora più accentuati. Ancora più invisibili, poi - aggiunge Francesca Arcadu - sono i lividi sull'anima lasciati dalla violenza psicologica".
    Sono tanti i veli da squarciare. "Occorre lavorare attraverso istruzione e formazione, sulla consapevolezza, è importante conoscere i propri diritti per dare un nome a queste forme di violenza", spiega Donatella Petretto, docente di psicologia all' Università di Cagliari con delega su disabilità.
    Sul tema è intervenuta la giornalista Roberta Gatto. "Le parole sono importanti per costruire una consapevolezza, una coscienza etica, quindi non "donne disabili o "uomini disabili" ma persone con una disabilità, con una vita affettiva, professionale, sociale, desideri, obiettivi, necessità".
    Wanda Frau presidente Inner Weel Club Cagliari Sud, ha messo l'accento sul disagio delle donne, "alle quali nella maggioranza dei casi è affidata la cura e assistenza alle persone con una disabilità, con un carico troppo gravoso. Serve sostegno e formazione".

(di Maria Grazia Marilotti)

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