Sardegna

Diventa video il racconto dei lamenti funebri nel Mediterraneo

In Sardegna le riprese del progetto dell'artista Valentina Medda

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 21 OTT - Nuova tappa del cammino creativo di The Last Lamentation, il progetto dell'artista Valentina Medda che si ispira alle lamentazioni funebri nel Mediterraneo, realizzato grazie al sostegno di Italian Council, programma di promozione internazionale dell'arte italiana della direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura.
    Dopo il primo studio performativo site specific di giugno al Faro di Sant'Elia a Cagliari e la partecipazione ad agosto al Mladi Levi Festival di Lubjana nell'ambito del progetto europeo Stronger Peripheries, ora il lavoro dell'artista sarda ma da tempo di stanza a Bologna, assume una nuova forma, quella dell'opera video. Lunedì 23 e martedì 24 ottobre, in una spiaggia della costa sudorientale dell'Isola, con il supporto della Sardegna Film Commission, si terranno le riprese video per il film d'artista che sarà acquisito nella collezione del MAMbo di Bologna. A marzo l'opera di Medda tornerà in Sardegna dove saranno presentati in anteprima la mostra e il catalogo al museo Man di Nuoro. Ad aprile, invece, è prevista la mostra e l'evento di presentazione del progetto a New York presso Flux Factory, mentre a Ghent sarà presentato il video e un talk all'Arts Centre Viernulvier nel mese di maggio 2024.
    The Last Lamentation è una rivisitazione in chiave contemporanea dell'antica tradizione del pianto rituale funebre, una pratica ancora in uso in alcuni paesi del bacino del Mediterraneo, che si richiama con grande forza al presente, alle questioni più urgenti dell'attualità, come quella della tragedia dei migranti e al ruolo della donna nella società.
    "Il lavoro ha una profonda valenza politica - sottolinea Medda -. Realizzato a partire da febbraio scorso in Sardegna, l'opera è concepita come un rituale funebre per il mare, una performance partecipativa ispirata alla tradizione delle lamentazioni funebri in cui 12 donne, vestite di nero e rivolte al mare, eseguono silenziosamente una partitura fisica ripetitiva mentre cantano una litania codificata, dando vita a un grido condiviso, un rito ipnotico che torna al coro come unico linguaggio possibile per raccontare una tragedia contemporanea". (ANSA).
   

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