Sardegna

Naufragio Asinara, superstite presenta querela per diffamazione

Giovannino Pinna travolto dall'odio sui social

Redazione Ansa

Additato come colpevole per la morte del cugino, insultato, minacciato, deriso sui social, Giovannino Pinna, il 35enne sassarese accusato di omicidio colposo, naufragio colposo e furto di imbarcazione, dopo l'incidente in barca nel golfo dell'Asinara in cui il 12 aprile scorso è morto Davide Calvia, ha denunciato i suoi detrattori per diffamazione.

Assistito dall'avvocato Luca Barrocu, Pinna insieme con il padre si è presentato alla Polizia postale di Sassari è ha sporto denuncia contro ignoti, visto che la maggior parte delle accuse, minacce e insulti arrivano da persone che appaiono sui social con un alias. Il superstite vuole difendersi oltre che dalla diffamazione, anche dalle minacce, e ha paura per l'incolumità propria e della sua famiglia.

Sul gruppo Facebook "Insieme per Davide Calvia", nato con le buone intenzioni di ricordare la vittima dell'incidente su cui è aperta un'inchiesta della Procura di Sassari, Giovannino Pinna è diventato il bersaglio degli hater, che lo accusano e lo insultano in ogni modo, rimproverandogli di non dire la verità sull'accaduto, di tacere per convenienza e di essere quindi responsabile della morte di Calvia. Fra i post del gruppo sono state pubblicate anche delle foto che ritraggono Pinna seduto al tavolino di un bar cittadino, insieme con il figlio minorenne e con degli amici.

Il 12 aprile lui e il cugino Davide stavano facendo una battuta di pesca sportiva con le mute nel tratto di mare fra Stintino e Porto Torres. Nel pomeriggio i due, mentre la loro barca affondava, avevano lanciato l'Sos e poi erano scomparsi in mare. Pinna era stato ritrovato 24 ore dopo su una spiaggia della Marina di Sorso, in condizioni critiche. Il cadavere di Calvia, invece, era stato recuperato il 22 aprile, 10 giorni dopo il fatto, in un'insenatura vicino a Castelsardo. L'autopsia sul suo corpo ha rilevato la presenza di politraumi, ma sull'origine i medici non hanno nessuna certezza e la Procura aspetta la relazione finale. Nel frattempo Pinna, interrogato nei giorni scorsi dalla pm Lara Senatore, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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