Sardegna

Claire Simon, Quadri e Prosatore al Carbonia Film Festival

Dal 4 al 7 maggio anche incontri, musica, mostre e trekking

Redazione Ansa

DI MARIA GRAZIA MARILOTTI

Sguardi d'autore e d'autrice per raccontare, attraverso i linguaggi del cinema, il nostro tempo, la contemporaneità nel mondo. Col filo conduttore "territorio e generazioni" che affianca quelli portanti lavoro e migrazioni, dal 4 al 7 maggio, Carbonia Film Festival - How to Film the World riaccende i riflettori sulla settima arte.

Ospite di punta Claire Simon, regista inglese di documentari e fiction, che aprirà il Festival il 4 maggio con il suo "Il figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo". "Film che fa riflettere su quanto la spinta idealistica e la progettazione culturale possano scontrarsi con la realtà di un mondo complesso e di difficile lettura", sottolinea Francesco Giai Via, direttore artistico che ha presentato il festival assieme a Paolo Serra direttore di Csc Carbonia della Società Umanitaria, l'operatore culturale Andrea Contu e Nevina Satta, direttrice di Sardegna Film Commission.

Un fitto programma tra proiezioni, incontri, masterclass, musica, mostre, fotografia, un trekking sul Cammino di Santa Barbara e, centralissima, la formazione per otto ragazze e ragazzi da tutta Italia e le scuole del territorio. Tra gli ospiti un maestro del cinema italiano contemporaneo, il montatore e regista Jacopo Quadri che presenta il suo "Ultimina", ritratto della 86enne Ultima Capecchi, nello scenario della campagna maremmana. Poi ancora Paolo Pisanu con "Tutti i cani muoiono soli", Nicola Prosatore con l'opera prima "Piano Piano", sullo sfondo della Napoli degli anni Ottanta "e che vede tra i protagonisti giovani attori oggi sulla ribalta grazie ad alcune interpretazioni nella serie "Mare fuori", aggiunge Giai Via.

A Carbonia poi Giulia Camba, Michela Anedda, Antonello Carboni, Peter Marcias. Per la musica protagonista Alessia Diana, accompagnata alla consolle da Jacopo Piredda, in arte QJAY. Carbonia guarda anche al futuro con la mostra "Volevo colori forti", il mondo adolescenziale raccontato in 24 scatti da Alessio Cabras.

"Festival di Cinema e Territorio" è il tema della masterclass di Francesco Giai Via sullo sviluppo creativo di un evento cinematografico in rapporto con il suo contesto. "Ci siamo lasciati lo scorso anno con la riflessione sulla guerra. A un anno di distanza nulla è cambiato. La 5/a edizione vuole però ora volgere lo sguardo dal globale al locale e ricollegarsi al territorio e in particolare alle nuove generazioni", spiega all'ANSA Paolo Serra. Filo rosso che si intreccia a storie e memorie personali e collettive. L'attenzione è ai luoghi a partire da Carbonia, "ricca di paesaggi e storie", ha messo in rilievo Nevina Satta.

"Nata a bocca di miniera, testimone di fenomeni migratori, lotte sindacali, Carbonia è set cinematografico ideale coi suoi luoghi iconici, a partire dalla grande miniera di Serbariu, legata al lavoro e oggi volano di sviluppo in ambito culturale e amministrativo. Proviamo a guardare alle nuove generazioni con un po' di speranza in un mondo migliore", conclude Serra.
 

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