Sardegna

Superbonus, anche a Cagliari corteo contro decreto edilizia

Manifestazione "Fai la cosa buona" l'1 aprile con Cgil e Uil

Redazione Ansa

Cagliari fra le 5 città italiane, insieme a Torino, Roma, Napoli e Palermo, in campo l'1 aprile per la Giornata di mobilitazione nazionale "Fai la cosa buona" proclamata da Fillea Cgil e Feneal Uil. L'appuntamento è al Parco naturale di Molentargius-Saline, a partire dalle 9 per un corteo.

Al centro della mobilitazione le richieste di modifica del decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 16 febbraio che, di fatto - accusano i sindacati - esclude la possibilità, per i redditi bassi e gli incapienti, di accedere agli incentivi previsti per la messa in sicurezza degli edifici, l'efficienza energetica, l'abbattimento delle barriere architettoniche. "Con quel decreto - hanno spiegato i segretari regionali Fillea e Feneal Erika Collu e Gianni Olla - il governo Meloni mina l'indispensabile percorso verso la rigenerazione e la sostenibilità ambientale delle nostre città, soprattutto nelle periferie e aree interne, e mette a rischio oltre 100 mila posti di lavoro nel settore con riflessi devastanti per il sistema economico della Sardegna".

Nel 2022 - secondo le sigle - il Superbonus ha prodotto nell'isola 10 mila occupati in più, il 2,2% del totale dell'occupazione regionale (577 mila), con una percentuale superiore alla media nazionale (1,8%). Il dato si riferisce a 5.000 posti di lavoro diretti in edilizia, 3.000 nell'indotto, ulteriori 2.800 legati all'aumento della domanda di consumi e servizi generata dai redditi di lavoro.

Fillea Cgil e Feneal Uil sono inoltre contrari alla norma proposta nel decreto attuativo del nuovo Codice degli appalti, sulla liberalizzazione dei livelli di subappalto nei bandi pubblici: si tratta del cosiddetto "subappalto a cascata". Siamo di fronte a uno stravolgimento di norme e regole che questo governo vuole portare avanti a discapito della collettività e di un settore strategico per l'economia della Sardegna e per il Paese" hanno spiegato Erika Collu e Gianni Olla sottolineando che "si rischia di provocare una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia: una vera e propria bomba a orologeria che si scaricherà sulle spalle di lavoratori, famiglie e imprese"

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