Sardegna

Export a due velocità, crescono prezzi ma -10% di vendite

Report Cna, preoccupazione per calo merci vendute fuori da Isola

Redazione Ansa

Export regionale a doppia velocità: crescono i prezzi, ma calano le quantità di prodotti venduti fuori dall'Isola. Il 2022 si è chiuso con un valore globale che ha sfiorato i 9 miliardi di euro: una crescita superiore al 61%, ma che, senza considerare il petrolio (oltre l'85% del totale) si riduce al +2,4% (circa 1,3 miliardi). Sono i numeri dell'ultimo report del Centro Studi della Cna Sardegna.

La quantità di beni esportati è calata del -10,4% (-32% al netto dei prodotti petroliferi raffinati): la flessione è da imputare in gran parte al crollo delle vendite di prodotti in metallo (-41,4%) considerando che dai 368 milioni del 2021 si è passati a poco meno di 216 milioni. Il comparto più rilevante escludendo i petroliferi è quello dei prodotti chimici (+7,2%); bene l'agroalimentare (+13,7%) soprattutto grazie al comparto vitivinicolo e a quello della pasta e dei prodotti da forno.

Nel 2022 il complesso delle produzioni agroalimentari sarde ha visto crescere i prezzi del 16%, mentre le quantità vendute sono calate del 2,1%. In ripresa (+10,1%) il valore delle vendite di formaggi e derivati che rappresentano oltre il 60% dell'export agroalimentare regionale (il prezzo del pecorino è cresciuto del +27% arrivando a quasi 14 euro al kg a dicembre), ma calano le quantità esportate.

"Se si tiene conto delle dinamiche inflattive - commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna - dei prezzi all'export la performance della nostra economia si mostra negativa, sostenuta solo dalla positiva dinamica dei prezzi; in un contesto di domanda globale debole e voltatile c'è il forte rischio che le produzioni isolane possano perdere quote di mercato a vantaggio di prodotti concorrenti".

Sos della Cna: "Sebbene una politica di crescita del prezzo per il momento sembra stia pagando (le quantità esportate sono diminuite, ma di più sono aumentati i prezzi) - insistono i vertici dell'organizzazione - il rischio è che, in un contesto di domanda globale debole e voltatile, le produzioni isolane possano perdere quote di mercato a vantaggio di prodotti concorrenti e questo rischio è maggiore laddove la domanda è concentrata in pochi contesti territoriali". 
   

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