Sardegna

Eurallumina: sindacati sollecitano tavolo nazionale al Mimit

"Certezze ad azienda e lavoratori per scongiurare stop riavvio"

Redazione Ansa

Per evitare di bloccare il piano di riavvio dell'Eurallumina di Portovesme è necessario un nuovo memorandum che metta nero su bianco i passi per il progetto di ripresa produttiva e dia garanzia occupazionale per gli operai della raffineria di bauxite del Sulcis. E' quanto emerso da un vertice convocato oggi in videoconferenza.

Per questo motivo le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil faranno pressing sul ministero delle Imprese e del Made in Italy sollecitando un incontro a Roma per dare certezza alla multinazionale Rusal che ha messo in campo un investimento di circa 300 milioni di euro e che a maggio 2023 definirà il budget operativo per il prossimo anno. Ma senza risposte, quei soldi rimarranno fermi nelle casse aziendali, rischiando anche di lasciare senza "paracadute" i circa 400 lavoratori che, già oggi a rotazione (circa 200), sono in cassa integrazione.

L'ammortizzatore sociale scadrà al 31 dicembre 2023 e senza il piano per un progetto di riavvio il rischio è che non si possa ricorrere nuovamente alla cig, lasciando come alternativa solo le lettere di licenziamento. Una prospettiva che i sindacati vogliono scongiurare e che non colpirebbe solo i 400 operai diretti ma anche tutto l'indotto (complessivamente si parla 1500 posti di lavoro tra diretti e indiretti).

Al tavolo nazionale si dovrà discutere di due ordini di problemi che intessano da vicino anche la Regione. Innanzitutto si attende ancora il via libera del procedimento autorizzativo del Paur, che è legato al processo in corso a Cagliari sul presunto disastro ambientale nel sito: il 5 maggio è fissata la sentenza. L'altra questione riguarda l'approvvigionamento di gas naturale attraverso la maxi nave gasiera che è prevista dal Dpcm energia contro il quale la Regione ha presentato ricorso. Dopo la bocciatura al Tar ora il Consiglio di Stato ha rinviato la discussione nel merito al 16 novembre, una data che i sindacati e Confindustria reputano tardiva. 

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