Sardegna

Pd: Comandini, ora mandiamo a casa Solinas e la destra

Il neosegretario lancia la sfida, "tavolo aperto anche a M5s"

Redazione Ansa

 "Lavorerò da subito per costituire un tavolo di coalizione con tutte le forze di opposizione, compreso il M5s e i partiti non attualmente rappresentati in Consiglio, per creare un programma politico di governo, scritto dal basso, da presentare alle prossime elezioni regionali". Dopo la lunga battaglia dello spoglio dei voti delle primarie, Piero Comandini si presenta come nuovo segretario regionale del Pd e archiviando qualsiasi polemica sul voto del 26 febbraio, si ritaglia subito un ruolo da protagonista.

"Il mio primo impegno sarà quello di costruire una piattaforma politica e programmatica da presentare alle prossime elezioni regionali, per un governo che dovrà durare 10 anni", spiega nella sua prima conferenza stampa da segretario, in cui allontana qualsiasi ipotesi di una sua ulteriore ascesa: "Non sarò candidato per la presidenza della Regione - chiarisce - io mi sono candidato alla segreteria per far sì che il Pd possa presentarsi alle elezioni regionali al meglio, non esiste nessuna mia velleità o doppi fine di essere candidato alla presidenza della Regione".

"Adesso - incalza Comandini - è necessario costruire un'alternativa al governo sardo leghista presente in Regione. Lo faremo insieme alle forze politiche di opposizione allargando il campo alle forze che non sono presenti in consiglio regionale, autonomiste, sardiste che sono interessate a costruire questa alternativa". Coalizione di cui non potrà far parte in nessun modo il Psd'Az: "Solinas è il capo del PsdAz, ci divide la politica che lui ha messo in campo e il modo in cui sta interpretando il sardismo - argomenta il neo segretario dem - Non è il modo di Lussu o di Mario Melis, che non avrebbero mai messo la loro sorte politica nelle mani della Lega e di Salvini. Solinas ha scelto Pontida e ha abbandonato Abbasanta".
   

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