Sardegna

Pd: testa a testa per segretario Sardegna ma voto sub iudice

Comandini in vantaggio con delegati, votanti superano i 30 mila

Redazione Ansa

Piero Comandini e Giuseppe Meloni sono testa a testa nella sfida per la segreteria regionale del Pd in Sardegna con un vantaggio del primo sui delegati ma il dato definitivo delle primarie arriverà solo oggi pomeriggio dopo che il seggio di Quartu Sant'Elena - terza città della Sardegna - ha chiuso le operazioni di scrutinio per un presunto inquinamento del voto da parte di rappresentanti del centrodestra, bloccando così lo spoglio.

Nel frattempo, rispetto ai dati che arrivano da tutte le sezioni e dai collegi, alcuni definitivi, Comandini sembra poter contare su circa quattro delegati all'assemblea regionale in più del suo sfidante, che è invece in vantaggio in termini assoluti di circa 2-3mila voti: circa 18 mila rispetto a circa 15 mila. Mancano, però, all'appello le circa 1.800 schede di Quartu, che verranno scrutinate nel pomeriggio.

Sulla base di questi risultati parziali Meloni avrebbe 49 delegati che all'assemblea voteranno suo favore, mentre il suo sfidante 35, ma il collegio di Cagliari che esprime 44 delegati, andrebbe ad appannaggio di Comandini, con un ribaltamento di questo risultato parziale. Rivisto anche il dato dell'affluenza che centra l'obiettivo di arrivare oltre i 30mila votanti, circa 32 mila.

LETTERA ALLA COMMISSIONE NAZIONALE - "Portare via un'urna elettorale dal seggio è giuridicamente, oltre che politicamente, inaccettabile, ed è incredibile che la commissione regionale per il congresso (come farebbe per analogia la Prefettura) non abbia proceduto nella serata di ieri allo spoglio e ora lo rinvii addirittura a martedì pomeriggio". Irritazione e fastidio nel comitato elettorale di Giuseppe Meloni dopo lo stallo sugli esiti del voto alle primarie per la scelta del nuovo segretario del Pd sardo. Questa mattina era stato lo stesso Meloni a a confermare all'ANSA l'irritazione per lo stop allo spoglio dei circa 1.700 voti di Quartu Sant'Elena per un presunto rischio di inquinamento del voto da parte di rappresentanti del centrodestra.

"Abbiamo scritto alla commissione nazionale per il congresso perché si proceda senza ulteriori ritardi allo spoglio - comunica il portavoce del comitato Alessandro Cossu -. Lo spoglio va fatto senza remore, dopodiché si possono fare tutte le verifiche e controlli come si fanno nelle elezioni ordinarie". "La nostra convinzione è che non si buttano a mare le primarie quando non vanno come piace e non si mettono in discussione per ottenere una vittoria - conclude Cossu -. Al contrario vanno protette e preservate come valore fondante del Pd".

Sullo stallo e l'esito ancora incerto delle primarie sarde prende posizione anche l'ala popolare del partito, che si era tenuta fuori dalla competizione dopo la scelta di Meloni come candidato alla segreteria al posto del giovane Federico Porcu. A parlare è Cesare Moriconi, consigliere regionale, in una nota inviata dal Centro Studi Aldo Moro. "Ci spiace registrare il superamento dei limiti oltre i quali, anche in una sfida elettorale ad alta tensione competitiva come questa, non è consentito andare. Dal congresso del Pd della Sardegna ci si aspettavano posizioni chiare, linee comprensibili e un messaggio politico forte - scrive Moriconi -. Le ragioni che ci avevano spinto ad astenerci attenevano proprio la preoccupazione che non si erano realizzate le giuste condizioni per un congresso in grado di rispondere alle enormi aspettative di cambiamento e rinnovamento promesse".

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