Sardegna

Verso taglio dell'impronta ambientale in allevamenti ovini

Progetto Consorzio Agnello Igp vince primo premio nazionale

Redazione Ansa

È sardo il progetto che ha vinto il premio nazionale di Ricerca IG - Italia Next Dop promosso da Fondazione Qualivita, con il patrocinio di Banca MPS. Si tratta del progetto Life green sheep, presentato dal Consorzio di tutela dell'agnello di Sardegna Igp (Contas) e dall'agenzia Agris Sardegna con il coordinamento del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, che promuove azioni di divulgazione e dimostrazione a livello europeo con l'obiettivo di ridurre l'impronta di carbonio della carne e del latte ovino del 12% entro 10 anni nel rispetto della sostenibilità.
    "Si tratta di un premio prestigioso che ci onora - afferma il presidente del Contas Battista Cualbu - che conferma ancora una volta la sostenibilità dei nostri allevamenti e nel caso specifico anche la qualificata rete di ricerca e innovazione, con la quale collaboriamo come Consorzio, che sta lavorando anche attraverso importanti progetti verso l'ulteriore miglioramento dei nostri allevamenti in chiave ambientale rappresentando un esempio non solo nazionale ma anche internazionale". Il Consorzio dell'agnello di Sardegna Igp è arrivato alla finale anche con Versoa, sfiorando l'en plein, progetto questo coordinato dal professor Giuseppe Pulina che certifica la prima carne al mondo a emissioni zero. Una novità mondiale che giunge dalla Sardegna grazie ad una ampia partnership che oltre al Contas vede protagonista la società BS Green, che opera nel recupero e valorizzazione dei prodotti secondari di origine animale, in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, Coldiretti Sardegna, il gruppo Fratelli Ibba - Abbi Group e i macellatori Stc food e Sardinya carni.
    Il progetto ha certificato i primi agnelli di Sardegna Igp NeutryFoood© secondo i parametri internazionali (certificazione di sostenibilità totale con obiettivo di emissioni zero e benessere globale degli animali) ma "proseguirà - ha detto il professor Giuseppe Pulina - con la certificazione di neutralità della carne bovina suina e, successivamente, del latte ovino e caprino".
    Dal progetto emerge che i piccoli ruminanti, in particolare gli ovini allevati per la produzione di latte e carne, producono gas a effetto serra attraverso i loro processi digestivi fisiologici. Queste emissioni rappresentano il 6,5% delle emissioni di gas serra del settore zootecnico (FAO, 2016).
   

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