Sardegna

Turismo: Sardegna punta sui laghi, ma manca legge organica

Delibera Regione su autorizzazioni e mappatura specchi d'acqua

Redazione Ansa

La Sardegna esplora un nuovo segmento del turismo e dello sport che potrebbe aprire nuove esperienze agli appassionati. È quello legato agli specchi d'acqua, bacini artificiali, corsi d'acqua naturali, canali e stagni iscritti negli elenchi delle acque pubbliche della Sardegna.
    La Regione prova a muovere i primi passi, anche se è da oltre dieci anni che tenta di aprire quel percorso e si scontra con l'assenza di una legge organica. Ora la Giunta ha approvato una delibera, presentata dall'assessore degli Enti locali e Urbanistica, Aldo Salaris, che definisce gli elementi chiave per ordinare la materia e dare risposte alle numerose richieste, fanno sapere dall'assessorato, arrivate nell'ultimo anno proprio per l'utilizzo degli specchi d'acqua a fini sportivi o turistico-ricreativi.
    In assenza di una normativa sui beni del demanio idrico, gli uffici regionali possono ora, in via sperimentale, rilasciare le autorizzazioni e le concessioni per gli utilizzi dei beni del demanio idrico regionale e a recepire le domande che fino a oggi non avevano trovato risposta.
    Via libera anche all'atto di indirizzo per la promozione dell'esercizio delle attività. Battelli, canoe e Kayak, Sci nautico o Sup e anche attività ricettive, di ristorazione o noleggio potrebbero presto popolare le aree intorno agli invasi e ai corsi d'acqua. Entro quattro mesi l'assessorato convocherà in diverse sessioni il Comitato regionale per il coordinamento del demanio idrico, per identificare gli specchi d'acqua potenzialmente idonei all'esercizio in sicurezza delle attività ricreative e turistico-sportive.
    Non solo. Gli incontri individueranno anche i criteri e le condizioni per la tutela della qualità dell'acqua, per la valutazione del carico antropico e il tipo di attività sostenibile, per definire un piano di monitoraggio delle qualità delle acque e tutte le prescrizioni necessarie a garantire che le attività autorizzate non compromettano anche il libero e normale esercizio e la manutenzione dell'opera idraulica.
   

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