Sardegna

Giorno Memoria: Cagliari apre il suo Giardino dei Giusti

Sette targhe commemorative di sardi che hanno salvato ebrei

Redazione Ansa

Anche a Cagliari, come in un'altra trentina di città, è stato realizzato il Giardino dei Giusti. Ospitato nello spazio aperto della Fondazione Siotto nell'area dell'antica Giuderia del quartiere Castello, è un luogo simbolico dove ricordare figure esemplari di donne e uomini che hanno rischiato la propria vita per salvare quella di un ebreo o ne abbiano evitato la deportazione.

Il Memoriale ufficiale di Israele Yad Vaschem si trova a Gerusalemme dove è stata istituita questa onorificenza che viene conferita da una Commissione a seguito di una lunga e severa procedura d'indagine rivolta a tutti i non ebrei riconosciuti come Giusti in base a precise regole. Nel Giardino dei Giusti di Cagliari trovano spazio le targhe artistiche in ceramica smaltata realizzate su commissione dell'Associazione Chenàbura dall'artista Fabio Frau: sono intitolate a sette sardi Giusti tra le nazioni: il politico Vittorio Tredici, il partigiano Salvatore Corrias, i coniugi Francesco Loriga e Carmen Atzeri, suor Giuseppina De Muro, il politico Girolamo Sotgiu e sua moglie Bianca Ripepi. Una targa ricorderà anche i Giusti tra le nazioni ignoti, i Giusti nel Metz Yeghern e i Giusti nel Porrajmos.

L'inaugurazione, a cura della Fondazione Siotto insieme all'Associazione Chenàbura-sardos pro Israele in collaborazione con il Comitato sardo per la Celebrazione dei grandi eventi e gode del patrocinio della Comunità Ebraica di Roma, dell'Ambasciata d'Israele in Italia e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha coinciso anche con l'apertura al pubblico - sempre alla Fondazione Siotto in via Dei Genovesi 114, della mostra "Una coperta troppo corta" dell'artista Tiziana Contu.

Una coperta ottenuta unendo pezzi di carta contenenti versi della Torah, il testo di riferimento degli ebrei, in cui compaiono foto di donne, uomini e bambini vittime della Shoah, conservate nel suo archivio dall'artista. Foto che via via si fanno meno nitide a rappresentare la progressiva dissoluzione dell'uomo e di un intero popolo. La mostra, il cui allestimento è a cura di Pierluigi Piu, presenta anche un contributo testuale della storica, e critica d'arte, Caterina Ghisu ed è anticipata, prima dell'ingresso in Galleria, dall'opera "Holocauste", anch'essa di Tiziana Contu. Resterà aperta fino a domenica 29 dalle 18 alle 20.
   

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