Sardegna

Piera Levi-Montalcini, l'odio razziale resta una piaga

La nipote della premio Nobel in Sardegna per non dimenticare

Redazione Ansa

DI MARIA GRAZIA MARILOTTI

"A quasi 80 anni di distanza sembra che la storia abbia insegnato poco. Guerre, violenza, discriminazioni sono tristemente attuali, come l'antisemitismo, una piaga sempre esistita. E chissà quanti secoli ci vorranno perchè venga estirpata. Forse quando le persone smetteranno di farsi la guerra. Per questo è importante ricordare. Di quel passato paghiamo ancora le conseguenze. Il passato è un riferimento, il presente la base per il futuro, per vivere meglio e non ripetere gli stessi errori".

Piera Levi-Montalcini, nipote di Rita, prima donna premio Nobel per la medicina, ha raccontato gli orrori della Shoah in un tour di sei tappe in Sardegna in occasione della Giornata della Memoria. Una quattro giorni, dal 25 al 28 gennaio, tra Cagliari, Selargius, Sestu, Quartu, Donori, Elmas, per incontrare studenti e cittadini su invito di Antonella Angioni, docente di Diritto ed economia, con la collaborazione di Enzo Cugusi, dell'associazione sarda Gramsci di Torino. Per Piera è la prima volta in Sardegna. "La curiosità è tanta - confessa in un colloquio con l'ANSA - ne ho sempre sentito decantare le bellezze".

Di famiglia ebraica, settantasei anni, ingegnera elettronica, presidente dell'associazione Levi-Montalcini, Piera porta avanti l'eredità spirituale di sua zia, espulsa dall'Università di Torino in seguito alle leggi razziali. E subito il suo pensiero va ai giovani. Si sofferma così sulla "perdita di cervelli, su quante menti geniali e colte l'Italia abbia perso, costrette a scappare dal Paese a causa delle leggi razziali e delle persecuzioni. Avrebbero potuto contribuire al suo sviluppo ma non sono più rientrate, anche perché l'odio razziale non è cessato con la fine del conflitto", spiega.

E' nata nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, "ma ho respirato l'atmosfera discriminatoria verso le persone di religione ebraica - racconta - Mio padre ha dovuto rinunciare alla cattedra a Torino, mia zia, intuendo che avrebbe avuto vita difficile, ha deciso di rimanere negli Stati Uniti".

LE TAPPE DEL TOUR - La figura straordinaria di sua zia, Rita Levi-Montalcini, le memorie di famiglia, il Nobel, l'eredità raccolta nel proseguire l'opera di sostegno, orientamento e formazione di ragazze e ragazzi. Sono i temi che Piera Levi-Montalcini, ingegnera elettronica, presidente dell'associazione Levi-Montalcini, nipote della scienziata premio Nobel per la medicina, ha trattato nel corso del suo tour in Sardegna. Una quattro giorni, dal 25 al 28 gennaio, tra Cagliari, Selargius, Sestu, Quartu, Donori, Elmas, in occasione delle iniziative per la Giornata della Memoria.

Oggi alle 9 è insieme alle scolaresche al Montegranatico di Donori, dove prima all'ex Municipio è stata scoperta la lapide in memoria dei donoresi internati nei lager nazisti e sulle pareti della scuola d'infanzia saranno affissi pannelli con gli aforismi di Rita Levi-Montalcini.

Due ore dopo, tappa con gli studenti del Primo Levi di Quartu Sant'Elena e alle 17.30 a Cagliari, nell'aula Maria Lai di Scienze Politiche, incontro dal titolo "In direzione ostinata e contraria. L'insegnamento di Rita Levi-Montalcini per la promozione dei percorsi femminili nelle aree Steam". Infine il 28, al Teatro comunale di Elmas, alle 18, è in programma una serata tra note e parole.

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