Sardegna

Pastori, subito tavolo tecnico per rilanciare ovicaprino

"Serve un atto forte di responsabilità da parte di tutti"

Redazione Ansa

"Stiamo cercando di partecipare più attivamente per migliorare il nostro settore e la nostra economia, per far valere il nostro lavoro e i nostri diritti, siamo arrivati ad una svolta importante e la Regione deve capire che noi siamo essenziali per un comparto agropastorale più efficace ed efficiente. Riteniamo utile il tavolo tecnico in programma per la prossima settimana dove si potranno mettere a confronto tutte le parti interessate per far crescere e a valorizzare le nostre aziende". Lo chiedono i pastori sardi, dopo il confronto in Commissione Attività produttive del Consiglio regionale sulla crisi nelle campagne

"Serve un atto forte di responsabilità da parte di tutti affinchè non si rischi di perdere il grande patrimonio identitario costruito nel tempo che contraddistingue la Sardegna in tutto il mondo e che rappresenta la linea strategica di sviluppo della nostra Regione e la base dell'economia sarda", proseguono ribadendo che non vi sia stato nessun taglio lineare che ha colpito tutte le regioni d'Italia a causa delle minori risorse assegnate al Paese rispetto alla precedente programmazione Pac. "La Sardegna e l'Umbria sono quelle che hanno perso maggiori risorse, mentre per le altre si registrano importi pressoché invariati e alcune addirittura di gran lunga superiori rispetto alla precedente programmazione", osservano i pastori che puntano il dito sulla "scarsa attenzione da parte dell'assessora e del governo regionale in sede del partenariato dove non è stata minimamente rappresentata la Sardegna e il mondo agropastorale che presenta tutti i requisiti richiesti dalla Commissione Europea e pertanto legittimato a ottenere tutte le risorse messe in campo, utili alla crescita e sviluppo dell'economia sarda".

" Alcuni criteri utilizzati per la ripartizione delle risorse per la Programmazione di Sviluppo Rurale 2023/2027, come ad esempio la Produzione Lorda Vendibile al 15%, sono in antitesi con i principi stabiliti dalla Comunità Europea per il riconoscimento dei finanziamenti" ribadiscono gli allevatori che sull'esclusione del comparto ovicaprino dall'ecoschema 1 a livello 2 e sulla mancanza di strumenti di controllo per quanto riguarda l'accertamento dei pascoli bradi e semibradi degli allevamenti ovicaprini ritengono che "tali strumenti sono stati previsti per bovini e suini e pertanto non considerano ragionevolmente ammessa tale motivazione".

"Bisogna fare chiarezza al più presto sui requisiti della certificazione SQNBA, visto l'imminente entrata in vigore della nuova PAC, prevista per i bovini e i suini in modo che tali aziende ne possano trarre beneficio e occorre mettere in atto una riforma strutturale che possa garantire stabilità e sicurezza alle aziende agropastorali sarde e in particolare tenendo conto della movimentazione degli animali in entrata e in uscita, cassa continua, costi di produzione, attività di prevenzione per epizoozie e calamità".
   

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