Sardegna

Portovesme srl: stop linea piombo, in campo anche Chiesa

"Dietro operaio una famiglia". Comune, sorprende scelta azienda

Redazione Ansa

L'Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Ales-Terralba, in sintonia con il vescovo Mons. Roberto Carboni, esprime "profonda preoccupazione per le notizie riguardanti l'interruzione delle linee di produzione nella fonderia di San Gavino Monreale della Portovesme Srl".
    "Le problematiche relative al costo dell'energia devono trovare soluzioni a livello regionale e nazionale, perché il sito viene definito dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico di importanza strategica nazionale - si legge in una nota della Diocesi - Dietro ogni operaio c'è una famiglia, e il diritto al lavoro, e in questo caso un lavoro che già c'è, deve essere tutelato e difeso, soprattutto in questo tempo di aumento del costo della vita e in un territorio come quello del Medio Campidano già gravemente ferito dalla disoccupazione".
    "Facciamo appello agli amministratori della Portovesme SRL, ai sindacati dei lavoratori, all'amministrazione regionale e al presidente del Consiglio dei Ministri e a tutti coloro che hanno possibilità di mediazione perché - conclude la Diocesi - sedendosi attorno a un tavolo, trovino soluzioni atte a garantire la continuità del lavoro e scongiurino nuove misure di cassa integrazione e nuovi ulteriori disagi per i lavoratori diretti e per tutto l'indotto".
    Sulla vicenda interviene anche l'Amministrazione comunale di Portosciuso, il territorio dove ricade la sede della Portovesme Srl e dove verrà chiuso l'impianto Kss del piombo. "Siamo consapevoli delle difficoltà a cui vanno incontro le aziende e le famiglie per il vertiginoso aumento dei costi energetici - osserva il sindaco Giorgio Alimonda - Ci sorprende la decisione aziendale che in questo momento di grande difficoltà anticipi la chiusura della linea piombo, la cui componente energetica risulta essere non così determinante come altri tipi di lavorazioni, peraltro, queste si, già sospese da tempo dall'azienda. Non vorremmo che il sacrificio richiesto da una annunciata crisi energetica che ricada solo sui lavoratori, le loro famiglie e sulle imprese d'appalto". 
   

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