Sardegna

Sguardo degli artisti sulla donna sarda, mostra a Cagliari

"Madre, contadina, santa" alla Galleria Comunale d'Arte

Redazione Ansa

"Madre, contadina, santa. Il paradigma femminile nell'arte sarda del primo Novecento". Un titolo emblematico per la mostra allestita nelle sale della Galleria Comunale d'Arte a Cagliari fino all'11 settembre. In primo piano la figura della donna sarda, fra tradizione e modernità, attraverso lo sguardo di alcuni tra i nomi di spicco del panorama artistico del Novecento in Sardegna. Organizzano l'Assessorato comunale alla Cultura guidato da Maria Dolores Picciau e Musei Civici di Cagliari: 50 le opere in esposizione per tracciare l'evoluzione dell'immaginario femminile in Sardegna nel corso del Ventesimo secolo.

Il percorso parte dalla celebre scultura "La madre dell'ucciso" di Francesco Ciusa. Questa e altre le opere, tra incisioni, pitture e sculture da ammirare, provenienti dalla raccolta grafica del Fondo Valle e dalla Collezione Civica di artisti sardi. Il tema è esplorato anche dai lavori di Biasi, Delitala, Dessy, Mura, Ciusa Romagna, Melis Marini, Marras, per citarne solo alcuni. "Attraverso le loro opere, la figura femminile diventa, nel corso del tempo, portatrice di valori simbolici", ha rimarcato l'assessora Picciau nel presentare la mostra assieme al sindaco Paolo Truzzu. "Occasione per rivedere alcuni capolavori di quegli artisti sardi protagonisti nel primo Novecento della cultura sarda, facendola apprezzare anche fuori dai confini regionali", ha sottolineato il primo cittadino.

L'esposizione, curata da Tiziana Ciocca, mostra le donne rappresentate nei mestieri femminili, la panificazione, il trasporto dell'acqua o immerse nel rito della preghiera o in contesti di socializzazione. "L'idea che emerge - sottolinea la curatrice - è quella di una donna idealizzata, come dimostrano per esempio i ritratti femminili in abito tradizionale o le immagini di madri da cui emerge un paradigma femminile oscillante tra una visione etnografica basata sugli stereotipi della tradizione ancestrale e una visione più modernista, comunque legata in qualche modo ai luoghi comuni della fierezza e dell'orgoglio isolani". 
   

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