Sardegna

M5s: lascia sindaca Assemini,cade ultima roccaforte Sardegna

Non c'entra scissione Di Maio, Movimento in sofferenza

Redazione Ansa

In Sardegna è caduta anche l'ultima roccaforte pentastellata. Sabrina Licheri si è dimessa da sindaca di Assemini, nella città metropolitana di Cagliari, a un anno dalla scadenza naturale del mandato, mettendo così fine a nove anni - i primi cinque con Mario Puddu - di dominio incontrastato dei cinquestelle. Un passaggio che non c'entra nulla con la recente scissione a livello nazionale, ad ogni modo il passo indietro è il segnale che le cose nel Movimento non stanno funzionando.

La spiegazione ufficiale è stata la stessa Licheri a fornirla."La nostra amministrazione non ha più la forza numerica necessaria per portare a compimento il mandato che dovrebbe concludersi in maniera naturale a giugno 2023 - scrive nel suo profilo Facebook - cinque consiglieri di maggioranza hanno deciso di voltare le spalle alla maggioranza, di tradire il loro mandato, avviando una crisi politica in sede di approvazione del bilancio comunale, bloccando ogni progetto in attesa di risorse". Ora Sabrina Licheri ha venti giorni di tempo per riflettere bene, ma difficilmente tornerà sui suoi passi.

D'altro canto, spiega, "ulteriori sforzi per avere la forza numerica necessaria, non sarebbero compatibili con i nostri principi, valori, con la nostra coerenza e con il nostro modo di intendere e fare politica. Per questo, per il rispetto e per il bene che vogliamo al nostro paese, facciamo un passo indietro".

Assemini è stato il primo Comune sardo amministrato dal Movimento 5 stelle nell'Isola, tra i primi in Italia. Poi ci sono stati Porto Torres, Carbonia e Dorgali, ora però tutti governati da altre forze politiche. "Il Movimento vive un momento difficile - ammette il consigliere regionale cagliaritano Michele Ciusa - ora è in corso una riorganizzazione. Certo, la scelta di Di Maio di rompere è stata eclatante, ma va detto che chi rimane lo fa per custodire tutti i nostri valori e lo fa mettendoci la faccia". In ogni caso, chiarisce, "si tratta di una situazione locale, dietro credo ci siano dinamiche più personali che politiche e sono sicuro che la divisione Conte-Di Maio non c'entri nulla". 

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