Sardegna

Giustizia riparativa, l'esempio di Tempio Pausania

La città accoglie vittime e include chi ha commesso reati

Redazione Ansa

(ANSA) - TEMPIO PAUSANIA, 23 GIU - Tempio Pausania è la prima città riparativa d'Italia. Un esempio riconosciuto dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che stamattina prima di visitare il carcere di Bancali, a Sassari, ha citato l'eperienza della cittadina gallurese come un'eccellenza per la giustizia riparativa nel nostro Paese. "È importante che si parli di giustizia riparativa in questa terra, la Sardegna, dove è stata sperimentata con la realtà di Tempio Pausania - ha ricordato la Guardasigilli - Qui una grossa divisione intorno alla costruzione del carcere è stata occasione per tutta la comunità di sperimentare di che cosa si tratti. Una forma di soluzione dei conflitti, di riunire ciò che è stato diviso".
    Tempio Pausania diventa città riparativa dopo la costruzione, nel 2011, del nuovo carcere di Nuchis, località a sei chilometri dal centro urbano. Nel 2012 l'istituto penitenziario diventa di massima sicurezza e l'arrivo di detenuti condannati per reati molto gravi, come l'associazione di stampo mafioso, crea preoccupazione nella comunità tempiese. Una frattura fra il carcere e la città. Da qui nasce il percorso di Tempio città riparativa. Per sanare questa frattura, questa diffidenza, l'Università di Sassari, l'istituto penitenziario, il Consiglio comunale, le Ong locali hanno iniziato a lavorare insieme per costruire un nuovo rapporto con il carcere. E in pochi anni Nuchis da esperimento diventà una realtà. Un esempio.
    Qui, grazie a un progetto di ricerca avviato con il Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell'Informazione dell'ateneo sassarese, si realizza passo passo una comunità riparativa. La città cambia modo di vivere il carcere: accoglie la vittima, include chi ha commesso il reato, sana i conflitti piuttosto che esasperarli. I detenuti rideventano persone, gli sono offerti percorsi formativi e scolastici, progetti di inclusione con iniziative culturali e convegni, anche la città entra nel carcere. Un carcere dove, coltivando la giustizia riparativa, non si applicano solo le pene, ma si lavora per il reinserimento sociale del detenuto.
    (ANSA).
   

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