Sardegna

Rifiuti bruciati per recuperare rame e alluminio,18 indagati

Operazione dei carabinieri a Villasor, nel sud Sardegna

Redazione Ansa

Nonostante non avessero alcuna autorizzazione e non fossero iscritti nel registro dei gestori ambientali erano diventati il punto di riferimento della zona del Sud Sardegna, Medio Campidano e della periferia nord di Cagliari, per il recupero di ferro e rame attraverso lo smaltimento di rifiuti degli stessi. Un gruppo criminale che aveva base operativa nelle palazzine occupate dell'ex zuccherificio "Eridania" di via Togliatti a Villasor, nel sud Sardegna. Ora i carabinieri hanno messo fine alla loro attività illegale, sequestrando le aree trasformate in discariche abusive vicino alla palazzine occupate, sequestrando i furgoni per il prelievo e il trasporto dei rifiuti e indagando 18 persone.

Si è conclusa da qualche ora una maxi operazione, denominata "Green Villas", condotta dai carabinieri della Compagnia di Sanluri, a Villasor. Gli indagati devono rispondere di reati ambientali connessi alla gestione illegale e allo smaltimento di rifiuti speciali con appiccamento di incendi di materiali inquinanti, finalizzato al recupero e alla ricettazione di ferro, alluminio e rame. Si tratta di 7 uomini di origine marocchina, 6 bosniaci, di cui 3 donne e 5 italiani. Per sette di loro è scattato anche il provvedimento di divieto di dimora nel comune di Villasor. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati anche nei Comuni di Cagliari, Quartu, Decimomannu, Uta e Isili.

I 18, secondo quanto accertato dai carabinieri, "avrebbero costituito un gruppo criminale dedito al recupero, alla gestione ed al traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi, nonché al deposito di materiali inerti in aree non autorizzate e alla combustione illecita di rifiuti, nell'ambito di un sistema ben organizzato", spiegano dall'Arma.

IN UN ANNO RECUPERATE 250 TONNELLATE DI METALLI, GUADAGNO DI 200MILA EURO - Le indagini dei carabinieri sullo smaltimento di rifiuti per recuperare rame e alluminio sono scattate nel 2011 dopo era stato visto e segnalato più volte fumo nero e denso provenire dalle aree adiacenti alle palazzine occupate abusivamente dell'ex zuccherificio "Eridania".

I militari dell'Arma della Compagnia di Sanluri si sono appostati in zona e hanno filmato anche cosa accadeva fuori dalle palazzine, scoprendo che gli stranieri denunciati erano diventati veri e propri punti di riferimento per lo smaltimento di rifiuti e per il recupero di rame, alluminio e materiale ferroso. Secondo quanto accertato dai carabinieri ogni settimana venivano movimentati 5 tonnellate di carichi di rame e alluminio. Nell'anno di indagine il gruppo criminale avrebbe recuperato dai rifiuti 250 tonnellate di ferro, alluminio e rame, con un guadagno di circa 200 mila euro.

Tutto avveniva, secondo gli investigatori, con la connivenza degli italiani denunciati: erano dipendenti o titolari di ditte che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Gli stranieri, "dopo aver accumulato rottami in giro per il territorio, li avrebbero stoccati ammassandoli in vere e proprie discariche abusive a ridosso delle palazzine occupate - spiegano i carabinieri - per poi lavorare e separare i materiali di scarto dal ferro e dal rame, quindi piazzando sul mercato e rivendendo il prodotto ricavato, con la connivenza dei soggetti italiani e delle loro ditte cagliaritane, che in parte hanno anche emesso fatture a favore di uno dei soggetti marocchini, in possesso di partita Iva". Per recuperare i materiali ferrosi venivano molto spesso appiccati incendi, come altri roghi servivano per smaltire i rifiuti stessi. Al termine del blitz di questa mattina sono state sequestrati 600 metri quadri di aree trasformate in discariche abusive e quattro furgoni Iveco.
   

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