Sardegna

Crolla nel 2022 coltivazione di cannabis sativa nell'Isola

Report del Centro studi Agricoli, "quadro normativo poco chiaro"

Redazione Ansa

"Il mercato della cannabis light rappresentava sino allo scorso anno uno dei settori in forte crescita e la Sardegna è ancora oggi la regione con maggiori caratteristiche per la coltivazione, clima, terreni ed esposizione considerati fra i migliori in Europa che fanno sì che le piante di cannabis sativa crescano con migliore sviluppo di massa verde e di migliore qualità. Questo ha giustificato la crescita esponenziale degli ettari coltivati sino al 2021, che in tre anni sono quasi triplicati, sino a subire un drammatico crollo quest'anno a causa di leggi poco chiare che hanno causato decine di arresti e denunce dell'autorità di Pubblica sicurezza, a chi veniva trovato a commercializzare o trasportare o detenere, foglie e infiorescenze". Lo afferma il presidente del Centro studi Agricoli, Tore Piana.

Si è passati, infatti, dai 1.300 ettari coltivati nel 2021, ai 180 di quest'anno. La coltivazione ha diverse finalità per quanto concerne il prodotto finale da ottenere: dal comparto alimentare con farine, olio e semi, all'uso della fibra in bioplastiche ed edilizia, per quegli usi consentiti, per poi passare alle biomasse da estrazione e la produzione delle infiorescenze e delle foglie della cosiddetta cannabis light, sono solo queste ultime a contenere il Cbd che oggi è vietato.

"Ma il quadro normativo, poco chiaro e molto confuso - denuncia Piana - sta creando un rilevante margine di ambiguità e confusione, fra gli usi leciti e quelli illeciti della pianta". "Se si analizzano i dati delle superfici a produzione che dal 2019 con 400 ettari sono passati a 1.300 nel 2021 sino al crollo di poco più 180 ettari quest'anno - conclude Piana - si capisce che il miraggio di guadagni altissimi stava portando in Sardegna a una situazione fuori controllo, che rischiava, o meglio possiamo affermare, era sfuggita di mano al controllo di tutti. Registriamo che in Sardegna sono nate alcune associazioni di coltivatori ed alcune aziende produttrici che rispettano le leggi e producono seriamente".

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