Sardegna

Da launeddas a benas,rivivono gli strumenti della tradizione

Mostra multimediale itinerante con progetto "Esperienze sonore"

Redazione Ansa

Launeddas, benas, ma anche fisarmoniche, tamburi, chitarre, organetti, rivivono nel progetto "Esperienze Sonore" ideato da Produzioni Sardegna. Grazie alle nuove tecnologie è possibile ammirarli, conoscere la loro storia e sentire i loro suoni nei loro contesti, con un racconto inedito, attraverso una mostra itinerante e multimediale. Al centro del progetto, presentato a Cagliari, c'è la valorizzazione della straordinaria collezione di strumenti musicali della tradizione sarda custodita nelle sale del Museo del Costume di Nuoro, gestito dall'Isre, l'Istituto superiore regionale etnografico.

Sono 208 gli strumenti esposti, valorizzati attraverso un percorso interattivo in quattro postazioni: "Realtà immersiva", "Virtual tour", per accedere ai contenuti multimediali e approfondire la conoscenza degli strumenti musicali, "Launeddas virtuali", per provare a cimentarsi con questo antichissimo strumento, "Cartoline dalla Sardegna", per ammirare le bellezze dell'Isola con le suggestioni delle sue sonorità.

"I visitatori potranno immergersi tra le atmosfere delle feste, riti, processioni, i tamburi del giovedì grasso a Gavoi o l'uscita di Mamuthones e Issohadores a Mamoiada, per ascoltarli e osservarli nei contesti in cui ancora oggi, in Sardegna, vivono", spiega Marco Lutzu, responsabile scientifico del progetto. Un'esperienza insieme istruttiva e coinvolgente. La mostra allestita al Museo etnografico regionale, Collezione Luigi Cocco a Cagliari sarà presentata questo pomeriggio agli studenti universitari. Venerdì si sposterà nell'ateneo di Sassari. Ma sono previsti tour nelle scuole dei principali centri dell' Isola, oltre a Cagliari e Sassari anche Nuoro e Oristano.

Ottavio Nieddu, referente del progetto, sottolinea la valenza anche turistica di "Esperienze Sonore" che "andrà in giro per la Sardegna per essere ospitata dalle amministrazioni in occasione di feste e riti. Infatti è stata pensata in tre lingue, italiano, inglese e sardo". "Un progetto di promozione e valorizzazione - aggiunge Diego Pani, referente etnomusicologo dell'Isre - che mette insieme salvaguardia, conoscenza e divulgazione del patrimonio sonoro connesso alla vita e al tessuto sociale culturale di ieri e di oggi della Sardegna con un approccio innovativo". Alla conferenza stampa erano presenti anche Marcello Mele, direttore generale dell'Isre e Ignazio Macchiarella, etnomusicologo dell'Università di Cagliari.
 
   

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