Sardegna

Bpr: chiusura filiali Banco, sindaci da Pais mercoledì 13

Appello a congresso Acri, "argine a deriva che uccide Comuni"

Redazione Ansa

Sindaci sardi a colloquio dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais, mercoledì 13 aprile alle 12, per discutere della prossima chiusura decisa da Bper di venti filiali del Banco di Sardegna dislocate perlopiù nei piccoli Comuni. L'Anci è stata convocata dal numero uno dell'Assemblea sarda, con i capigruppo, dopo che il presidente nazionale dell'associazione dei Comuni, Antonio Decaro, ha posto la questione, chiedendo un'attenzione speciale per la salvaguardia dei piccoli centro della Sardegna, intervenendo al 25/o congresso nazionale delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio in corso a Cagliari.
    "Sulla chiusura delle filiali la posizione dell'Anci regionale e di quella nazionale è molto chiara: no alla chiusura, no all'abbandono dei servizi nelle piccole comunità - spiega il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana - stiamo lavorando per costruire un fronte ampio che veda dalla stessa parte Comuni, Consiglio regionale, presidente della Regione, organizzazioni sindacali, e che punta a convincere gli azionisti di Bper, in primis la Fondazione di Sardegna, a ritirare il programma di chiusura". Di certo, chiarisce, "le innovazioni tecnologiche, il globalismo del sistema bancario non giustificano l'abbandono dei territori".
    Sulla vertenza il sindaco di Nurachi Renzo Ponti ha indirizzato ai relatori del congresso Acri una lettera firmata da 250 sindaci sardi. "Noi pensiamo che le Fondazioni bancarie - scrive - in considerazione del peso decisionale che hanno nei confronti degli istituti bancari e in virtù della funzione sociale che rivestono, dovrebbero porsi come argine a questa deriva, che sta portando alla morte dei piccoli Comuni". "E' necessaria - spiega Ponti - una inversione di rotta nelle politiche finanziarie degli investimenti, che oggi, da parte delle istituzioni e delle banche, sono rivolte verso la realizzazione di infrastrutture che consumano il territorio e non verso il potenziamento e il mantenimento dei servizi, che invece garantiscono la qualità della vita dei cittadini".
   

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