Sardegna

"Binza 'e su re", i vini di Usini protagonisti a Cagliari

Cagnulari, Vermentino e Cannunau nel nome zio Billia e ziu Luisi

Redazione Ansa

Vermentino, Cagnulari, Cannonau: i tre vini della cantina "Binza 'e su re" di Usini (Sassari) saranno protagonisti al Convento di San Giuseppe, a Cagliari.
    Potranno essere sorseggiati accompagnati ai piatti preparati per l'occasione dopo essere stati accuratamente presentati ma anche accostati a una selezione di formaggi, in un gioco interattivo che coinvolge il pubblico, chiamato a proporre i propri abbinamenti. L'iniziativa è in programma domenica 6 marzo, a partire dalle 12, con l'aperitivo di benvenuto, seguito da un pranzo aperto al pubblico su prenotazione.
    Il nome della cantina, in italiano "La vigna del re", gestita da Francesco Manca e Annalisa Cherchi, è un un omaggio al capostipite, il compianto Giovanni Maria Cherchi, zio Billia, padre di Annalisa e suocero di Francesco, consacrato dalla stampa nazionale e internazionale come "Il re del Cagnulari". Il viticoltore che ha fatto conoscere i vini di Usini al mondo, con la sua sapienza e lungimiranza aveva salvato dall'estinzione e valorizzato, imbottigliandolo per primo, questo vitigno autoctono apprezzatissimo da fior fior di enologi ed esperti.
    Nel 2015, su nove ettari di terreno collinare, Francesco e Annalisa danno vita all'azienda nel solco della tradizione e delle innovazioni dell'epoca, apportando le moderne tecnologie per garantire gli elevati standard qualitativi. Nel 2020 nascono le tre etichette, Boese-Vermentino di Sardegna doc, Pinta-Cagnulari Igt e Tùmbaru-Cannonau di Sardegna Doc, tutti in purezza. Il 6 marzo saranno proposti in abbinamento alle varie portate. Le cozze avvolte in albicocche e pancetta esaltano i profumi di mare che sprigiona il Boese. Con gli Andarinos, pasta tipica di Usini, condita con arselle, calamari e mandorle tostate al limone la scelta giusta è il Pinta, il Tùmbaru invece arriva con cinghiale e vitella all'antica.
    "A zio Billia dobbiamo il nostro sapere, in campo viticolo ed enologico - sottolinea Francesco Manca - appreso a sua volta da suo padre, Luigi, noto a Sassari per il suo Cagnulari che vendeva all'epoca sfuso. A otto anni mio suocero era in vigna col padre, a lavorare e a imparare il mestiere. Era il 1934.
    Sono passati 88 anni e il ricordo di questo pioniere della viticoltura e la sua eredità sono più che mai preziosi. Anche domenica il brindisi lo dedichiamo al 'Re del Cagnulari' e a ziu Luisi".
   

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