Sardegna

Protesta suinicoltori congelata "ma semplificare iter aiuti"

L'allevatore Arzu, dobbiamo ancora lottare per sopravvivere

Redazione Ansa

La mobilitazione non si ferma, in attesa di atti concreti, ma per ora la marcia su Cagliari annunciata dai suinicoltori e Coldiretti resta "congelata" almeno fino alla prossima settimana quando si terrà un incontro con i capigruppo del Consiglio regionale. Nel frattempo allevatori e organizzazione agricola hanno messo sul tavolo le loro richieste per trovare subito una soluzione allo stallo degli aiuti. Il caso è esploso con il gesto eclatante di Stefano Arzu, proprietario di un allevamento modello di maiali a Talana, che consegnato i registri e le chiavi dell'azienda al sindaco del paese a causa della crisi che lo sta travolgendo tra caro materie prime e ritardi nei contributi.

"Ai vertici di Argea e all'assessora all'Agricoltura, abbiamo chiesto la semplificazione delle procedure per i premi comunitari. Ora subito i pagamenti per i suinicoltori in ginocchio dalla crisi - dice all'ANSA Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna al termine dell'incontro in videoconferenza convocato dalla commissaria straordinaria di Argea, Patrizia Matteoni e al quale ha partecipato anche l'assessora regionale all'agricoltura Gabriella Murgia - L'impegno preso da Argea è quello di sbloccare in questo mese almeno il Premio Unico, mentre per il Benessere animale i pagamenti sono previsti a maggio. Chiediamo maggiore trasparenza, più sportelli territoriali, una nuova organizzazione e tempi certi, oppure la protesta tornerà a farsi sentire".

Parzialmente soddisfatto Stefano Arzu, in polemica nei giorni scorsi con l'assessora Murgia sulle cifre dei contributi attesi per la sua azienda. Una querelle che aveva provocato un post su Facebook della moglie dell'allevatore. "L' assessora oggi si è scusata con me perché ha capito che i miei conti erano giusti - commenta - Nella riunione ci hanno spiegato che in questo mese avremo il Premio Unico, ma per il resto dobbiamo aspettare ancora. Noi siamo allo stremo: io a Natale su 350 maialetti ne ho venduti 59. I costi dei mangimi e dell'elettricità sono alle stelle, a questo si aggiunge un focolaio di peste suina nel mio paese che ci potrebbe bloccare la carne. Dobbiamo lottare per sopravvivere - denuncia - io ci sto mettendo la faccia non solo per me, ma per tutti i miei colleghi nella mia stessa situazione". (ANSA).
   

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