Sardegna

Il Covid spegne le insegne di bar e ristoranti, -412 aziende

Fipe-Confcommercio, "speranze per estate, ma ora si soffre"

Redazione Ansa

di Stefano Ambu

Ristoranti, bar, mense catering, stabilimenti balneari, discoteche. Sono in tutto undicimila.
    Nell'isola un'economia dei pubblici esercizi che sfiora i 2 miliardi di euro e crea circa 22mila posti di lavoro. La Sardegna è la seconda regione d'Italia numero di pubblici esercizi in base alla densità della popolazione (7,03 ogni 1000 abitanti), prima c'è solo la Liguria. Il 50,5% delle imprese sono a carattere individuale e il 25,3% società di persone. Alla fine del 2020 si è registrato un saldo negativo di 412 aziende e si attende ancora il dato del 2021. Sono alcuni dei dati emersi nel convegno "Quale è il futuro del turismo in Sardegna?", primo congresso regionale della Fipe Confcommercio. Tra i partecipanti anche gli assessori regionali Gianni Chessa (Turismo) e Alessandra Zedda (Lavoro), e il direttore nazionale della Fipe Roberto Calugi. Un'occasione per guardare al di là della pandemia e capite quali possono essere le prospettive del settore turismo per l'estate 2022. "Bisogna crederci - sostiene Calugo - veniamo da due anni con 56 miliardi di consumi persi e 45mila imprese chiuse. Ma siamo fiduciosi per la primavera e per l'estate. Ora si tratta di sopravvivere: servono cig, sostegni, incentivi per attività all' aperto, moratorie". In Sardegna, però, c'è un problema in più, ha sottolineato: i trasporti.
    "Sono stati due anni difficile - spiega il coordinatore regionale della Fipe Emanuele Frongia - ci troviamo ad affrontare un inizio 2022 che ci porta nel nuovo anno con un novembre e dicembre disastroso. A queste difficoltà si aggiungono i costi delle materie prime che aumentano almeno del 10% e quelli delle utenze che toccano picchi del 60%. Il 90% di noi si è indebitato, ciò che ci ha dato lo stato rappresenta il 10% delle nostre perdite". Molte aziende - spiega Frongia- non hanno ancora visto accreditarsi quanto previsto nel fondo Resisto e Destinazione Lavoro. "Non possiamo affrontare -continua - una stagione estiva in queste condizioni".
    Servono investimenti sulla formazione. "Ci sentiamo soli - dice Alberto Melis, imprenditore componente del direttivo Fipe - perché siamo aperti, ma in questa situazione si registra un forte calo di clienti. E siccome siamo aperti, avremo meno aiuti". Prime risposte dalla politica: "Bisogna fare sistema - osserva Chessa - e anche la Regione sta facendo la sua parte: 45 milioni per gli artigiani. E 30 milioni dalla Finanziaria: ma questo è solo un punto di partenza". L'assessora Zedda ha annunciato la proroga di Destinazione lavoro al 2022 e gli investimenti proprio su formazione con focus su innovazione tecnologia.
   

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